Tempo di electroclash. E Malcolm Mc Laren dichiara sfoggiando sicumera che la prossima onda musicale sarà costruita sui suoni artificiali dei primi videogames (Asteroids e compagnia). Quindi perché il buon Maurizio Dami, in arte Alexander Robotnick non dovrebbe aprire i cassetti e sfornare un dischetto di chicche e rarità che rimandano a quei primi, eroici anni 80 in cui possedere una tastiera e un computer rendeva pionieri proiettati nel futuro? E c’è davvero qualcosa di buono. La recente “Dance boy dance” parte rivisitando il celeberrimo riff che fu di “You spin me round” dei Dead or alive e sequestrandolo nelle segrete della chill out. Sulla stessa scia “Hola macci kola” che evidenzia quella vena umoristica e autoironica da sempre marchio di Dami, oltre a climi sonori alla Giovanotti mondani meccanici che fan sorridere i più vecchietti, che si ricordano ancora del cult-Rai “Mr. Fantasy”. Si stagliano in questa collezione di suoni d’antan “Ciucci kola”, bel tuffo nella cultura electro della prima, sotterranea, avanguardista new wave italiana, e “Soundtrack”, che esibisce quei bei suoni fondi e gommosi di una volta. Da notare la presenza di “Inquisitronic”, composta con Stefano Fuochi dei Neon. Il disco, se non si è degli appassionati cultori dei primi 80, è un po’ troppo lungo. Se si è interessati alle radici dell’electroclash è interessante. Regala brividi di nostalgia a chi è ben sopra i trenta e all’epoca c’era. Ma è decisamente sconsigliato a tutti gli altri.
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La recensione Rare Robotnick’s di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-03-09 00:00:00
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