Manca qualcosina, ma la base c'è: ci sono tante influenze e idee che stanno bene insieme.
Ha qualcosa che non torna, The Boys And Kifer, progetto che fa capo a Roberto Casti. Nel senso che non è facilissimo classificarlo attraverso categorie o paragoni che non lasciano scampo. E questo è senz’altro un aspetto molto positivo. Ci sono dentro tante influenze e idee che stanno bene insieme. “I Want a Cool Intro” ha un inizio ossessivo e un crescendo cupo e urbano: è un brano per scaldare i corpi e caricare i bassi, alla maniera dei Prodigy di “Music for the Jilted Generation”, per intendersi. “Alone” invece si sposta in avanti, mescola Boards of Canada, cassa dritta e sprazzi melodici alla Jamie XX. “That’s the Code” parte con piglio quasi Tortoise, sia pure rivisti in versione electro, e poi si evolve in una specie di curioso punk-funk. “Violins” è roba trascinante alla Lcd Soundsystem: fa ballare parecchio, anche se forse i suoni sono troppo puliti, l’arrangiamento è poco amalgamato e perde un po’ di impatto e di dinamica. Peccato perché potenzialmente è un pezzone. “Another Sun” è insomma un buon album, con tante idee che funzionano. Manca ancora un pizzico di compiutezza per trasformare le sonorità in qualcosa di più definito e accattivante. Ma la base di partenza c’è.
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La recensione Another Sun di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-12-28 09:55:00
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