Se arrivasse un genio del marketing, Veronica Marchi potrebbe anche trovarsi trasportata di botto in cima alle classifiche di vendita. Più che una previsione, un augurio. E anche se il miracolo non dovesse avvenire, ci rimarrebbero comunque tra le mani un pugno di belle canzoni, magari non irresistibili ma, senza ombra di dubbio, orecchiabili e ben costruite. Tutto merito di una semplicità disarmante, di una voce ispirata, di qualche riff azzeccato.
Non è un caso che “Veronica” si apra con “Linea 31”, dolce ma, al tempo stesso, sofferta descrizione di una (orribile) giornata tipo, nel corso della quale si entra in un autobus e si esce sfigurati dalla monotonia di una vita piatta e deprimente. Temi, in fondo, impegnativi, che la nostra riesce ad addolcire con una melodia ruffiana quanto basta a non trascendere nel melenso (con l’aiuto fondamentale di un violino, invitante quanto malinconico). Si continua con atmosfere maggiormente fredde, sporcate dall’uso discreto dell’elettronica; quasi che, in “Io vorrei”, sembra di sentire Elisa, mentre in “Sola” e “Bambina” fa capolino il rock (e comincia a farsi largo l’impronta di Paola Turci), anche se mai in modo aggressivo. La conclusiva “Oltre (quasi cinque anni)” è un omaggio alla parte più romantica dell’anima di Veronica Marchi, che dimostra ancora una volta di essere a suo agio con gli arpeggi di una chitarra acustica. Nonostante ci siano indubbie affinità con le quali dover fare i conti, la musicista veronese non sembra destinata ad un ruolo di ‘clone di passaggio’; l’impressione, però, è che la ragazza abbia tutti i numeri per farsi largo tra il magmatico mercato della canzone d’autore. Certo, per migliorare la resa delle sue canzoni, al momento troppo inoffensive per farsi largo sul serio. Certo, se arrivasse davvero il genio del marketing di cui sopra…
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La recensione demo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-03-31 00:00:00
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