Non so nulla di questa ‘one-man-band’: se esiste ancora e se ancora crea qualcosa nel suo home-studio. Emerge dalla pila, finalmente sempre meno alta, dei cd arretrati e mi sorprende per una maturità e una assoluta padronanza dei mezzi e dei linguaggi che utilizza.
Capiamoci subito: al di là dell’oggettiva difficoltà a ‘piazzare’ discograficamente un prodotto come questo, siamo in presenza di un abile sperimentatore, mai estremo e anzi molto classico e ricco di gusto quasi melodico, capace di fondere chitarre acustiche indie, psichedelici echi di matrice pinkfloydiana (“Mother & queen”), episodi tendenzialmente nu-jazz (“Back home”), qualche cantato tanto sommesso quanto convincente e molto altro, attraverso un uso dell’elettronica e un approccio volutamente lo-fi. Sorprende soprattutto la personalità della proposta, che non cade nella trappola del ‘minestrone’ male assortito, intrinsecamente connaturata a una operazione come questa.
Pur ribadendo la sostanziale validità di tutto l’album, segnaliamo la bella “Snow”, ballata dilatata e straniante, e il post-rock ai minimi termini di “Suor Faustina polacca”. Decisamente interessante in definitiva.
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La recensione Camadora (at the moment) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-03-28 00:00:00
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