Nuove strade percorse con poca convinzione
È passato più di un anno da "Convergenze parallele" e ascoltando il nuovo lavoro di Gegh Murakami la differenza che subito si avverte è l'approccio al microfono. In "Land Of Ghosts" il rapper pugliese ha rallentato i bpm, i versi sono essenziali, le parole scelte con più cura e consegnate all'ascoltatore con maggiore efficacia e densità. Complice di questi cambiamenti la vicinanza con il producer Deje Amargo che ha portato Gegh a confrontarsi con sonorità più elettroniche, molto vicine ai lavori di AleAka di un paio di anni fa, dove i suoni descrivono distanze cosmiche e le parole necessarie per riempire i larghi spazi, più che numerose, devono essere pesanti e gonfie di significato.
È proprio questo il limite dell'ep: i concetti espressi in "Land Of Ghosts" sono concetti intimi e profondi che farebbero sentire nudo chiunque tentasse di esprimerli, lo sforzo di Murakami è apprezzabile ma al termine di tracce come "Yung Messiah" o "Megalacrime" è inevitabile rimanere insoddisfatti.
Rimangono le domande in attesa di risposta: perché Gegh sarebbe il nuovo Messia? Dove sono gli elementi che dovrebbero far pensare che sia realmente così? Perché ci sono così tante megalacrime? Qual è la ragione vera di tanta sofferenza? Oltre all'horror vacui più volte fatto presente, è come se durante questo breve viaggio intrapreso dal membro della The RRR Mob ci fosse qualcuno a trattenere la penna di Gegh, almeno in gran parte del lavoro. "Shelter" è sicuramente un esempio di come sarebbe dovuto essere l'intero ep, così come "Miami Dream" che nel mondo descritto da Murakami rappresenta la speranza, l'unica via di fuga dalla terra dei fantasmi e dalla città delle lacrime, dove se non hai un rifugio non c'è siero che possa salvarti, nemmeno le bevande viola.
La collaborazione con Amargo funziona, dal momento che come ogni collaborazione che si rispetti ha portato nuovi stimoli creativi e Murakami è riuscito a mettersi in gioco cercando un'evoluzione nella sua musica. Evoluzione che in realtà già era emersa in alcuni brani proposti nel lasso di tempo trascorso da "Convergenze parallele" fino ad oggi, il brano "Channeling" a tal proposito è l'esempio più calzante, addirittura già si parlava di fantasmi. Non resta quindi attendere che Murakami prenda più confidenza con questo nuovo se stesso e con questo nuovo tipo di scrittura presentando lavori che possano riproporre la completezza del più volte citato "Convergenze parallele".
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La recensione Land Of Ghosts - Gegh Murakami x Deje Amargo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-12-01 09:50:00
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