Un disco di britpop e psichedelia che avrebbe spopolato in Inghilterra nei primi anni duemila
Chiaramente ispirato al ramo brit del rock'n'roll, i fan di questo spavaldo genere d'oltremanica adoreranno sicuramente il primo album di Indigo Quest.
Nelle quattordici canzoni che compongono “YES/NO” sono perfettamente incasellati i mostri sacri che hanno contribuito a costruire la cultura musicale inglese. L’album è un vero e proprio tour dell’UK: si parte da Manchester con “Unknowing Humans” dove la voce nasale e strascicata ricorda tanto quella di Liam avvolta però da ritmi ben più psichedelici rispetto ai riff degli Oasis. Ecco quindi che ci spostiamo 100 miglia più a Nord per raggiungere Leicester dove i Kasabian portano un influenza di elettronica danzereccia che ben si incastra anche più avanti nel disco con la forza delle chitarre in episodi notevoli come in "On the Edge of the World" aggiungendo anche un grande tocco di psichedelia e rimanendo in quel confine ormai sottile tra rock ed elettronica.
"Love Don’t Come Easy" è l’unico viaggio che Indigo Quest fa oltreoceano andando a studiare gli assoli e i bicordi di Albert Hammond Jr. e le ritmiche incalzanti degli stessi Strokes. Dopo questa breve parentesi, si ritorna subito in terra d'Albione con "Galleyworm" insistendo tanto sul rullante serrato e sull'uso dei sintetizzatori. Questa è una una doppia tappa racchiusa in una singola canzone in quanto andiamo a trovare a Sheffield i riff e l’alta densità di accordi nervosi degli Arctic Monkeys uniti al britpop più sperimentale ma comunque fedele al Merseyside dei The Rascals.
"From Now On" sembra invece uscita dalla voce di un Pete Doherty tornato rigenerato dalla riabilitazione in Tailandia con la solita voglia di scrivere testi tristi e inquieti e di perdere qualche chilo di troppo.
Considerando che l’album è stato interamente realizzato da una sola persona e che i suoni all’interno dello stesso sono variegati e di buona qualità, possiamo accantonare per qualche minuto la somiglianza con i grandi mostri sacri della musica inglese, concentrandoci su un lavoro che se fosse uscito da uno scantinato di un sobborgo di Londra sarebbe già finito nelle “newest releases” di NME. Sperando che il buon Denis Rossi riesca a trovare un gruppo con il quale elaborare e far nascere un sound con il quale identificarsi come Indigo Quest, possiamo rispondere alla domanda contenuta nel titolo dell'album dicendo che il suo primo lavoro tende decisamente verso uno "YES".
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La recensione YES/NO di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-02-10 10:00:00
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