Nati nel 1999, da un nucleo originario di chitarra-batteria dedito alle cover dei Green Day, i Pletypus (sì, una storpiatura di ornitorinco in inglese, tratta proprio dalla canzone “Platypus I hate you” del giorno verde…) si sono allargati, sia numericamente (adesso la formazione conta 4 componenti), che a livello di opri orizzonti musicali (aprendosi infatti verso sonorità ska-core ed evitando di focalizzarsi esclusivamente sulle cover).
Questo “Drunk like a horse” é il naturale seguito dell’usuale trafila di concorsi e concerti come spalla a band più conosciute; la storia di tanti insomma, ed anche il disco si presenta come un opera tra le tante... purtroppo. I Pletypus, infatti, si trovano ancora in quel limbo in cui un gruppo risente troppo del suo retroterra musicale per riuscire a compore pezzi che siano, se non originali, almeno ‘personali’ - o che quantomeno denotino una sensibile qualità.
La strada, perciò, è ancora lunga, ma alcune cose come il buon istinto per la melodia (“Maniaco”, forse la traccia migliore del lotto), testi sanamente spostati ed un paio di idee musicali ben piazzate, anno sperare in un buon futuro. Che comunque, ad oggi, è solo un punto d’arrivo decisamente distante.
---
La recensione Drunk like a horse di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-04-20 00:00:00
COMMENTI