Attori di un rock policromo e trasversale, i Violasaid compaiono su queste colonne con “Dsadadsad”, splendido ep che, a dispetto dell’improbabile titolo, traluce spessore e passionalità.
I cinque episodi presentati oscillano tra languide ballate, allucinazioni chitarristiche e divagazioni grunge, proponendo il manifesto di una realtà cupa e disincantata dipinta con le tinte delicate di un intimista disagio esistenziale (“Fuori la notte addormenta la città esausta, ma non placa l’aneurisma della mia insonnia. Riaffiora lieve il suo odore. Addormenta il vuoto che un angelo intreccia con ali puberali” cantano in “Genesi di un’insonnia”) e con gli aspri colori di una furiosa rabbia (“Alta moda, passerelle, simboli senza pelle. Donne vuote, emblema di una stasi senza tema”: “Fashion”).
L’apertura del disco è affidata a “Genesi di un’insonia”, canzone brillante e trasognata che con delicatezza introduce l’ascoltatore nel mondo Violasaid, per poi proiettarlo nell’impetuoso sound di “Lesia” e nell’intenso pulsare di “Leggero”. Si prosegue con il frenetico incedere di “Fashion”, la cui straordinaria bellezza è parzialmente - solo parzialmente si intende - frustrata da un accenno di melodia clonata dai Marlene Kuntz, per chiudere con “Melody”, autentica perla che brilla in un’incantevole ed intensa lirica (“Melodia avvolgente di un carillon che intona la mia gioia…”) e in una melodia soffusa ed ipnotica.
Difetti? Beh, potremmo dire la copertina, il titolo del disco e la ‘tentazione’ kuntziana, ma farei come quel mio amico che, dovendo commentare un’avvenente (eufemismo) signorina seduta al bancone di un bar, disse: “Sì, bella. Forse è un po’ troppo alta e poi ha sicuramente le doppie punte!”
No, dai non scherziamo… quello che vi ho presentato è davvero uno splendido cimento che spero proprio abbia presto un degno seguito!
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La recensione Dsdadadsad (ep) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-05-19 00:00:00
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