Gli Anya compaiono su queste colonne con la dote della vittoria a “Giovani di Note” (kermesse ideata e promossa dall’amministrazione di Belluno), grazie alla quale nell’inverno del 2003 hanno potuto registrare un intrigante cd negli studi bellunesi di Audiogruppo.
Nei sei brani proposti il gruppo veneto è autore di musiche ampollose ed argentine che creano un’intrigante cornice a bellissimi testi dall’intenso sapore poetico. Il disco si apre con “Illusione”, pezzo infarcito da suoni di chitarra, tastiere, basso e batteria in una barocca commistione che fluisce leggiadra lenendo la drammaticità di una lirica penetrante e sofferta (“Urla stridenti come un vortice di lame, sono come parole disperse nel vento, nell’oceano buio non mi lascia pensare”).
La scaletta prosegue con la scintillante passionalità di “Cieli neri” seguita a ruota da “Unconventional suond”, strumentale che ruota intorno ad un penetrante tappeto di tastiera, e da “Mi sono dimenticato dei mostri”, canzone che zampilla ritmi cadenzati e parole profonde ed intense (“Brucia nella gola la voglia di gridare, io davanti al mostro non lo posso guardare, penso che mi fulmini con i suoi occhi verdi gialli, l’unica mia voglia è quella di strapparli”).
Gli ultimi solchi sono occupati da “Unico canto”, un onirico gioco di chiaro scuri tra suoni jazz e funk e ritmiche rockeggianti, e con lo strascico melodico di “Si minore 9”.
Un lavoro certo poco convenzionale, quello presentato dagli Anya, ma sicuramente riuscito, a dispetto di alcune code strumentali un po’ troppo lunghe e pesanti, e in grado di dimostrare capacità di interpretare in un modo del tutto personale la materia rock palesando talento ed ispirazione.
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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-06-03 00:00:00
COMMENTI (1)
Si,un bel progetto...