Sei gruppi per due pezzi ciascuno. Nuovi Orizzonti Artificiali, Ameba, Michael Seck & The Tolou, La Moscaceca, Risin Family e Viaggio Segreto le compagini in ballo. Questo il materiale che offre “Voci per la libertà 2003 - Una canzone per Amnesty”, cd legato al festival omonimo che non ha bisogno di presentazioni - è stato, per i distratti, festival dell’anno 2003 all’ultimo Mei - né per i propositi culturali né per la qualità, quantomeno organizzativa, delle passate edizioni.
L’attacco lascia ben sperare e - non a caso - si parte con i vincitori del Premio Amnesty 2003, i Nuovi Orizzonti Artificiali che presentano “Processo a Lugin”, traccia ironica e bizzarra allo stesso tempo, tra rimandi incontrollati a Delta V, Elisa (!?) e New Order - insomma, fate voi. La successiva “0.36 (Frequenza stabile)”, é assolutamente trascinante e si caratterizza per il ritmo dance ‘intelligente’, anche se a volte forse scimmiotta la cricca Subsonica; nulla di male, però li ricorda eccessivamente, anche nel cantato.
Secondo capitolo coi vincitori del Premio della Critica, gli Ameba: poco convincente “The body”, anche se mette su un’atmosfera che si taglia col coltello. Molto più originale “Junglemoogameba”, con drum-machine a più non posso e synth protagonisti. In buona sostanza un gruppo oggettivamente rodato ma soggettivamente scontato. Avanti con i vincitori del Premio Giuria Popolare, Michael Seck & The Tolou: ritmi tribali da subito con “Nannou fa” per una band che ne sa qualcosa - visto che parte della compagine è africana - ma che tenta anche degli innesti arditi in una struttura tanto tipica (ad esempio qualche slappata metallica e qualche accennato assolo di chitarra, che pure, nel complesso, fanno la loro figura.) “Paparira” è reggae, quasi filastrocca, da far sentire ad un bimbo, però precisa e ‘cavalcante’; un piacere, insomma.
Arrivati a questo punto cominciavo a domandarmi dove fosse la ‘ballatona’ italiana alla Anna Oxa. Neanche il tempo di pensarlo ed ecco “Eclissi” de La Moscaceca: strofa, ritornello in crescendo, solo and so on. Tipico, ma gradevole perché Julka Badeschi possiede una signora voce, piena e sensuale, ed è giusto che la usi così. D’altra parte il sound non fa una grinza: non il massimo dell’originalità, ma l’inciso ti entra in testa… diamine se ti entra in testa. Il secondo pezzo, “Tramonto”, si può liquidare con una definizione: Paola Turci style, decisamente.
Reggae militante e di pura denuncia per la Risin Family, combo che musicalmente nulla da dire – né nel bene, né nel male - per “Questa è l’era…” (da segnarsi: “Un uomo sulla luna / un bimbo nella fossa!”). Più scoppiettante e sarcastica “Non è lei”, che - nonostante l’impianto ‘per forza’ reggae - presenta una vena melodica che porta assolutamente a Neffa, anche nella voce. Si chiude la scaletta con i Viaggio Segreto, i quali interpretano “5 anni” come un pezzo alla Francesco Renga… peccato che alla voce non ci sia lui. Però chissà dal vivo quanto chiasso solleveranno questi ragazzi, assolutamente insopportabili, con un brano a malapena degno di ‘Sanremo Giovani 1995’. Ce ne scusiamo, ma c’è - forse - da salvare solo il testo, che narra di un qualcuno rimasto solo per una situazione di guerra circostante, che ha capito che “nessuno tornerà”. Mi auguro quindi che possano riscattarsi con “Noi”, traccia di chiusura del disco. E lo fanno discretamente, ma é un'altra storia, perché evidentemente è un pezzo tratto dal loro repertorio e non realizzato apposta per la rassegna. Il giudizio rimane quindi in sospeso relativamente a questi brani di chiusura.
In definitiva la raccolta ci sembra un ottimo lavoro fino alla traccia 7: originale, frizzante, impegnata e ballabile - come si diceva un tempo. Dal pezzo 8 in poi la banalità regna, ma d’altronde è il rischio di una compilation. Magari un po’ più di attenzione nella compilazione della tracklist avrebbe dato più frutti. Sta di fatto che ci auguriamo solo ce ne siano di più di festival come questo.
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La recensione Voci per la Libertà 2003 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-06-10 00:00:00
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