La Red Led ha letteralmente fatto irruzione nel panorama musicale indipendente, costruendo una realtà discografica fresca e agguerrita, con un catalogo che si espande a ritmo elevato. Un lavoro encomiabile a cui tributare applausi, rispetto e fiducia. Purtroppo questo ardore non sempre si manifesta in produzioni dall'alto peso specifico, così accade che questo split, il terzo, sia appena migliore del gia estremamente deludente predecessore. Il condominio discografico stavolta spetta a Wah Companion e Lisa Genetica, due band che tracciano percorsi diversi nell'ambito del rock, non necessariamente roll.
I primi a manifestarsi sono gli uomini al servizio di Ru Catania, chitarrista degli Africa Unite, che si dissocia artisticamente dai suoi compari reggae, cimentandosi in un pimpante hard rock con licenza di svariare su tutto il fronte, fino a rastrellare pezzetti di blues e ricomporre fiere melodie pop. Le chitarre tengono banco e si rapprendono spesso in pastose distorsioni, senza ripudiare un costante desiderio di armonia e leggerezza. L'ironia è comunque un punto fermo di una formazione che cerca di disegnare schemi atipici, pur senza mai prendere le distanze da un approccio tradizionale alla faccenda. Coerente e impeccabile, la Wah Companion non commette errori, ma non trova mai la strada dello stupore, restando ancorata a percorsi talvolta interessanti, ma il cui punto di arrivo è troppo spesso la noia.
Non meglio vanno le cose nell'altra metà della tracklist, quella destinata ad ospitare le fatiche compositive dei Lisa Genetica. Perno creativo un'attitudine vocale che cerca l'enfasi letteraria come prima scintilla espressiva. Attorno alle intense costruzioni liriche si sviluppano intriganti puzzle sonici in alternanza ad eleganti tessuti melodici. Il problema è la continuità dell'ispirazione, appesa ad un dondolio continuo tra intuizioni attraenti e lacune insopportabili. Peccato, perchè c'e' del buono e andrebbe separato dal resto.
Il terzo episodio di questa collana inaugurata dalla Red Led non lascia tracce particolarmente significative. A nulla valgono gli ottimi contributi multimediali che, pur dando ulteriori contenuti, non cambiano il risultato di un disco che raramente prende le distanze dalla mediocrità.
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La recensione RedLed Split n.3 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-06-11 00:00:00
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