Scarne ballate folk che scandiscono lo scorrere del tempo
Nonostante il nome richiami vagamente uno dei tanti film western della cinematografia mondiale, il primo album di The Silver Coin (al secolo Francesco Bellacicco, ideatore di questo progetto solista) viene concepito e registrato interamente a Roma, città nota in tutto il mondo per bellezze quali il Colosseo, i Fori Imperiali e tante altre.
E in una città dove l’unico deserto polveroso lo si può forse trovare a Cinecittà (o allo Stadio Olimpico, date le ultime vicende sportive della capitale), l’atmosfera da viaggio a cavallo nel vecchio West che si respira è unicamente frutto della fervida immaginazione di questa one-man-band che attraversa i club romani armata di chitarra acustica e di una vena intimista che, soprattutto nella seconda parte del disco (“Touch” su tutte), per un attimo ti fa dimenticare di essere inchiodato a una scrivania, costringendoti a rivedere il film della tua vita come fossi dietro a un finestrino del treno, spettatore inconsapevole del tempo che scorre inesorabile.
Un album certamente senza fronzoli, ma che non disdegna di accompagnare al suo solidissimo impianto acustico (ascoltatevi in tal senso il sapore secco e preciso di “Gravestones”) riff elettrici dal tocco surf (“Runaways”).
Perché del resto, è pur sempre dalla cara vecchia Europa che è partito tutto.
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La recensione Romanticize di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-02-02 09:00:00
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