Questo terzetto da Chiuduno, in provincia di Bergamo, ha ben assimilato la lezione del grunge: sonorità essenziali di rapido impatto e un occhio costante a quanto più di orecchiabile è stato prodotto dal rock di Seattle e dintorni. Magari aggiungeteci pure echi punk in stile Green Day (in alcune aperture melodiche) e qualche riflesso noise alla Marlene Kuntz ( altri urlati, corrosivi passaggi).
A lasciare perplessi, semmai, è quello che appare un ossequio eccessivo ai Verdena; scartata l'ipotesi odiosa di plagio, accordatemi almeno un'influenza prossima alla febbre, oppure - chissà - nient'altro che un omaggio palese. Non mancherebbero indizi, del resto: stessa provincia, analoghi nomi e soprattutto tracce evidenti quali “Seguimi”, “Verso un'infinità di piacere” e “Une larme”, pezzi il cui andamento e cantato sono davvero troppo vicini a quelli dei concittadini più illustri. Che abbiano poi nei Nirvana padrini comuni… beh, i maestri stanno a insegnare.
I fratelli Berruti e il batterista Finazzi sono, malgrado tutto, affiatati e piacevolmente fragorosi, con il (loro maggior) pregio di lasciar sempre spazio, fra tanto noise, a linee armoniche di fondo - aspetto considerevole, quando numerose band si compiacciono di solo casino. I testi appaiono enigmatico-criptici, quasi frutto di schegge umorali, più funzionali alla musica che realmente significativi - un estratto su tutti, da “Nero e rumore”: “Se piedi nudi stancano, se foglie nere: cadono. E' come sai, è nero. E non può mai… fuggire in lei, non ti risponde sai”. Questa stessa formula di rime efficaci ma scontate ‘vuoi-puoi-sai-mai’ e la persistente intimità in seconda persona (“Tu dimmi”, “Credi che non lo so?”, “Non mi chiedere perché …”) scoprono, a mio parere, la b-side del tallone d'Achille dei Verlaine in Noise.
Ancòra un po' acerbi, ma cresceranno.
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La recensione demo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-07-31 00:00:00
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