I Koprowski Virus mettono insieme un meltin' pot di stili musicali in un disco d'esordio tutto da scoprire.
I Koprowski Virus sono indefinibili; in loro vivono una così ampia raccolta di stili, che etichettarli sarebbe quasi impossibile. Si parte dal grunge, passado per lo stoner; ci si ferma all'alternative rock per poi ripartire con un noise a tutto spiano. Grande pregio della band veneta è stato quello di fondere insieme le suggestioni, legarle tra loro grazie allo stile personale, per poi incanalare il tutto nell'omonimo disco d'esordio.
“Koprowski Virus” è un piccolo viaggio a intermittenza, una strada illuminata da intensi led a incandescenza alternati da fioche luci delicate. Dodici tracce che a primo acchito sembrano quasi troppe, ma nel mentre dell'ascolto si assottigliano a tal punto da delinearsi (senza paura di dirlo) in un'unica piccola opera musicale.
“Pharisee” è la giusta traccia iniziale che apre la strada a tutto quello che di buono il disco riserva; testi e musica ben bilanciati tra di loro, una voce profonda ed intensa integrata alla perfezione in un comparto musicale nel quale i riff di chitarra fanno a gara con una batteria martellante. Da ascoltare più e più volte, con il fine di lasciarsi prendere da un'infezione che presenta poche possibilità di guarigione tanto è difficile da debellarla. D'altronde il loro nome non mente: i Koprowski Virus sono davvero contagiosi.
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La recensione koprowski virus di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-02-11 09:00:00
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