I cittadellesi Isobel Arto sono un side-project dei Vestfalia, band sulla scia dei Tool. A intraprendere l’avventura, voce e chitarra della band principale, rispettivamente Eleonora Giglione e Francesco Scapin, che mettono in campo climi molto più morbidi, atmosferici ed evocativi rispetto a quelli della loro band principale. Il disco – edito nel 2002, ma arrivato solo ora a Rockit - che ne esce è ispirato, in bilico tra campionamenti, elettronica e suoni acustici. Mostra la capacità non comune di unire suggestioni diverse, senza tuttavia che si raggiunga l’originalità assoluta. I più giovani troveranno nelle nove tracce che compongono il cd riferimenti a degli immaginari Nine inch nails acustici e a tutto un clima che spazia tra gli Alice in Chains di “Jar of flies” (senza la componente country, però) al nu-metal progressivo di Tool e A perfect circle. Chi ha qualche annetto in più si troverà a pensare alla Kate Bush di “Hounds of love”, al Peter Gabriel di “Before the flood”, agli indimenticabili Durutti Column di quel mostro di tecnica che fu Viny Reilly. Infine, i più vecchietti potranno pensare a Nick Drake di “Pink moon” così come ai Pentangle di “Cruel sister”. Insomma, tutto e niente, perché di atmosfere, ispirazioni si tratta, più che di precisi rimandi. È insieme pregio e limite degli Isobel Arto, perché da questo amalgama gotico-psichedelico non emerge nulla che esca dalla cultura anglosassone e parli un po’ del mondo in cui vive quotidianamente il duo. Il che non toglie che per gli appassionati di certe atmosfere il disco sia consigliabile, anche se rimane di seconda schiera. Su questo lettore cd, però, potrebbe girare parecchio, nonostante il peccato originale sopra citato. E poi la stoffa c’è. Il futuro dirà se ci si potrà tessere un capo originale.
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La recensione Isobel Arto di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-08-31 00:00:00
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