Takeaway Sostanza acustica 2004 - Rock

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È un rock davvero composito, quello dei vicentini Takeaway, ora al loro esordio discografico, in cui sono ingredienti fondamentali una certa elettronica pop, ritmi funky e in levare, una sezione fiati presente e non accessoria. Niente di assolutamente nuovo, ma al tempo stesso un amalgama sufficiente a tirar fuori una personalità visibile, anche se echi di questo o quel gruppo si fanno sentire. Così l’iniziale “Banale (in loop per ore)” ricorda un po’ i Bluvertigo, non fosse altro che per l’uso della voce. “Diecimila giorni”, miglior pezzo del cd, dal ritornello davvero radiofonico, ricorda i primi Subsonica (quelli dell’omonimo esordio)in versione decisamente più rock. Altrove le somiglianze paiono più casuali, dovute all’utilizzo di analoghi arrangiamenti e strumentazioni, nonché a una ricerca condotta sulla stessa strada. Ecco quindi che “248” riporta alla mente l’Alberto Radius di “Nel ghetto”, così come “Tutto si sistema” impressiona per le somiglianze con il sound dei primissimi Roxy Music di “Virginia Plain” e “Pyjamarama”. Si muovono insomma su una buona strada, i Takeaway, anche se devono trovare ancora la loro misura: in generale i brani sono troppo lunghi e quando arriva un pezzo che piace decisamente di meno, come “La trama”, i minuti non passano mai, insostenibilmente. Da segnalare anche la conclusiva “Tra noi e le nuvole”, suggestiva e radiofonica. In conclusione: se son rose, fioriranno.

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La recensione Sostanza acustica di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-09-02 00:00:00

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