Lamarck Love Budget 2015 - Rock, Pop, Indie

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Irriverenza e dolcezza: il rock di Love Budget

Per le menti superficiali che sono solite associare la città di Napoli esclusivamente alla musica neomelodica è importante sapere che nell'ambiente partenopeo c'è anche chi a muso duro percorre la strada, spesso impervia, del rock, inteso come quel genere in cui i protagonisti sono esclusivamente chitarra (distorta), basso e batteria, libero dai suoni creati in digitale. Tutto ciò è racchiuso nel primo album dei Lamarck, "Love Budget". In realtà più che il primo album, "Love budget" rappresenta un punto di svolta per la band che ha deciso di mettersi nuovamente in gioco cambiando identità da The George Frevis Band a Lamarck, come il celebre evoluzionista francese.
Leggendo il titolo del disco, ci si potrebbe illudere di entrare in un mondo del tutto dolce e raffinato, ma basta ascoltare la prima traccia "In silico" per capire come questo mondo crolli immediatamente sotto la forza del ritmo sfrenato e graffiante dalle chitarre di Andrea Becchimanzi e Guido Minervini. L'irriverenza procede per tutto il disco e raggiunge il suo acme in "Eternit" dove lo scenario fatiscente del presente cerca di muovere le coscienze con un ritornello dai tratti punk. Eppure una caratteristica che dà un senso al disco non è l'amore, anche se è il terreno sui cui si stendono i brani, bensì la rapsodia con cui si alternano ritmi diversi - è ancora il caso di tirare in ballo "Eternit"- che oscillano in tre diverse direzioni, dal punk al pop fino al rock alternativo. Un riscontro concreto di questa rapsodia è "Martina" un brano, dalla durata di solo 1:29 minuti, in cui i Lamarck passano al pop e nel quale la chitarra acustica - presente solo nel brano in questione - accompagna un testo dai tratti nostalgici. Tuttavia, come se ci fosse un pentimento da parte della band si passa nuovamente ai ritmi prorompenti che caratterizzano "Love Budget"; degno di nota è l'intro di "Turista" in cui la batteria di Fulvio Serponi sembra richiamare all'ordine tutti i componenti della band, addolciti da "Martina", per tornare nella giungla del rock e terminare il viaggio con "Il ponte di Chiaia", una dedica non proprio d'amore alla città di Napoli.

 

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La recensione Love Budget di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-04-21 00:00:00

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