Mind Enterprises firma uno dei migliori lavori di questo inizio 2016, una prova più che mai convincente per un album pop
Romantico, sognante, di inavvicinabile stile e classe. Lascia a bocca aperta l’esordio di Andrea Tirone, già chitarrista dei Dyd, in arte Mind Enterprises. Dal forte respiro internazionale, "Idealist" è un esercizio di stile entusiasmante, una miscela esplosiva caricata a cuori, coriandoli, funk e italo disco, assemblato e omogeneizzato per un cantato in chiave di zucchero. Le ritmiche e le melodie, tra Holy Ghost e i suoni di Eskimo Recordings, s’incontrano e si avvinghiano a un funk per chitarra leggero e dall’andamento frizzante, che si fa imprescindibile quando c'è di mezzo un groove tremendamente catchy. Sopra queste solide fondamenta fluttuano una moltitudine di synth, danzerecci certo, ma mai invadenti; si balla ma in maniera composta, con quell'aplomb fatto di buoni vestiti, buone maniere e baci leggeri, canticchiando testi che regalano romanticismo a secchiate.
È un colpo di fulmine immediato sin dal primo ascolto, perché tutte le dieci tracce provocano e coinvolgono, pronte a depositarsi nella memoria collettiva, e in "Girlfriend" e "Confusion" si raggiunge quasi la perfezione. La prima, accompagnata anche da un video bellissimo, ha quella ritmica un po' Mgmt remixati dai Soulwax spezzata da chitarra e voce per renderla più sognante; la seconda invece con la complicità di una chitarra soft funk gode di un cantato scaccia pensieri e un ritornello che chiede solo di essere imparato a memoria.
Longevità e immediatezza, due fattori che generano l’alto valore di un album, trovano casa in questo "Idealist" sin dalle prime battute: l’album gode di una freschezza che si dispiega in una continua evoluzione di melodie leggere come in "Bad Habit", dalle bellissime vocalizzazioni beatlesiane, o nella nordica "Sale Sale" che è già pronta per l’heavy rotation su Poolside fm.
In altre occasioni invece la storia si fa danzereccia e ci si diverte davvero molto, come in "Give me Light": cassa in quattro e synth inarrestabili e orgogliosamente 80’s in orbita Todd Terje (epoca pre-Inspector Norse), o la conclusiva "Farewell" per cui è lecito sperare e aspettarsi un ottimo remix per fare impazzire definitivamente il dancefloor.
Mind Enterprises firma uno dei migliori lavori di questo inizio 2016, una prova più che mai convincente per un album pop ben prodotto e intimista, e che con una giusta patina di glamour sa parlare d'amore in quel modo che di solito conquista le menti più sognanti e stralunate, suonando allo stesso tempo perfettamente incastonato nelle nuove tendenze. Un piacere assoluto sia da ascoltare che da ballare.
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La recensione Idealist di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-03-07 00:00:00
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