Hip hop mistico che segna l'esordio di una carriera da osservare da vicino
Si può ammettere, senza la paura di essere tacciati di pregiudizio, che quando un album esce dalla White Forest Records promette bene. D’altro canto, "Flshbck" non è un album che ha bisogno di supporto esterno per giustificarsi, e del resto Deliuan non è l’artista anonimo che ha bisogno di sbandierare il nome dell’etichetta per attirare l’attenzione. Con una carriera già in marcia come produttore di basi hip hop, ha già avuto occasione di aprire i concerti di Bassi Maestro o Colle der Fomento. L’esordio "Flshbck", dunque, è il punto di partenza di una carriera da osservare da vicino, e punto di arrivo di una gavetta (termine inappropriato quanto necessario) molto fortunata.
Nelle nove tracce di questo esordio troviamo un hip hop elaborato che attinge a piene mani da influssi jazz, tanto da ricordare a tratti l’old school e a tratti anche una più aggiornata e attenta influenza da artisti quali Kaytranadao Flying Lotus. Da quest’ultimo si ricorda anche qualche atmosfera psichedelica, per meglio dire mistica e cosmica, che percorre per esempio "Only Lies", "Cosmonuts" o "Black Mambo". "Flshbck" e "Last Tango" si discostano un poco dai suoni d’oltreoceano per guardare più a uno stile etnico che ricorda l’afro di Clap! Clap! o la world music di Go Dugong. "Sweetness", invece, l’unica non originale, remix di un brano del fratello saxofonista, è un momento di raccoglimento, di riflessione: è il cuore caldo dell’album.
Nel complesso, Deliuan riesce a conciliare atmosfere dance con viaggi eterei senza che le due cose siano in contraddizione, rendendo "Flshbck" un ottimo esordio.
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La recensione FLSHBCK di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-09-20 10:00:00
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