The Superslots Terrible SmashersKidnappings2016 - Psichedelia, Garage, Punk rock

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Un disco che scorre via meravigliosamente senza annoiare mai.

Veramente un bel disco riuscito da parte di questo quartetto di Salerno, pubblicato dalla pisana Area Pirata, sinonimo di qualità nel settore sixties oriented che, nella immediata ed efficace forma canzone dei due minuti e poco più, ci offre un disco di garage che si ascolta tutto d'un fiato senza un secondo di cedimento, cosa piuttosto rara in un genere che sovente vive su clichè ben radicati e per certi versi inamovibili.
La particolarità dei Superslots Terrible Smashers è quella di non essere condizionati dallo schema del garage '80 ma di tradurlo, viceversa, nella freschezza di linguaggio degli innovatori attuali come Jay Reatard, Ty Segall, The Oh Sees, mantenendo un legame coi sixties molto marcato.

I brani miglior sono quelli dove la band sviluppa la canzone su forme molto ritmate e cadenzate, vedi nell'incipit del disco con "Dead Lady" che mi ha ricordato certi maestri insuperabili nella costruzione di simili strutture ritmiche come i Love.
"Hypocondriac" è il capolavoro, in tal senso, del disco; una song che ti rimane in testa con un fuzz assassino. Pura frenesia sixties portata nella attualità.
Altra canzone su questo stile è "Navajo", un bellissimo garage punk che nulla ha di vecchio.
Le cose più vicine al suono contemporaneo Oh Sees sono "Wet Yell" con una bellissima chitarra e poi anche "Bill Cosby", molto punk oriented.
Assolutamente diversa da tutte le canzoni contenute nel disco è la folk rock ballad à la Ty Segall, "Longman", che mi ha ricordato anche certe cose più intimiste di Lee Joseph degli Yard Trauma che poi esplode improvvisamente in un garage punk furioso e abrasivo.
Molto Sonics e Kingsmen è "Lickin' Ears", come in gran parte Sonics è "Saint Tropez", con un approccio molto speed punk stile Crypt Records.
"St. Ufo" ha la bellezza delle prime cose garage dei Sick Rose di Torino, manifesto degli '80, mentre una vena psychedelica la ravvisiamo in "Deep Town Mountain", un mix tra i passaggi lisergici dei Cynics e di certe cose della mai dimenticata Midnight Records di JD Martignon, un altro vero cult degli '80.
Un disco che scorre via meravigliosamente senza annoiare mai.

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La recensione Kidnappings di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-09-09 10:00:00

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