La musica elettronica non caratterizza certamente il background musicale italiano e, ad essere sincera, sino a poco tempo fa anch’io ero molto refrattaria nei confronti di un genere che consideravo troppo artificiale, freddo ed inespressivo. Tuttavia mi sono scontrata con una intima contraddizione che mi ha portata a ricredermi su quanto ostinatamente sostenuto. Se la musica, come io credo, si è sempre evoluta in ossequio ai cambiamenti storico culturali, in quanto strumento espressivo degli stessi, è inevitabile che quest’era sia rappresentata in modo più massiccio dalla musica elettronica, anche nelle sue forme più esasperate, prodotta con i nuovi congegni che la società attuale mette a disposizione.
Non è mia intenzione sviluppare un dettame sulla storia della musica: ho sfruttato l’introduzione per spiegare il motivo che ha spinto un’accanita rockettara “conservatrice”, quale sono sempre stata musicalmente, ad apprezzare “Reel 01”, primo elaborato del duo No Gossos.
E’ molto facile associare la bravura di un musicista alla capacità di suonare una chitarra, piuttosto che un altro strumento “classico”: tuttavia se consideriamo questi nuovi prodotti della tecnologia come degli strumenti ne consegue che anche il loro utilizzo, per portare ottimi risultati, non è affatto banale e richiede un’estrema attitudine musicale. Possono anche cambiare i suoni ma la necessità di intessere melodie imprimenti e ritmi coinvolgenti permane. Anzi, probabilmente proprio perché le capacità tecniche non sono in primo piano, è richiesta una maggiore creatività così da non scadere nel banale generando un ammasso sconclusionato di suoni, ma trasmettere comunque sensazioni. Secondo il mio parere è quanto riescono a fare i No Gossos che con “coraggio” propongono un genere ancora poco diffuso e familiare alla nostra cultura.
L’approccio ad un lavoro come quello in oggetto si discosta notevolmente da altre forme di ascolto, ed i pezzi, oltre che nella loro globalità, vanno considerati nel loro costante fieri, nel loro continuo ed ipnotico viaggio alla ricerca del sound perfetto, del beat ideale, che catturi la mente per accompagnarla in cibernetici mondi inesplorati. Ritmi scomposti, imprevedibilmente accelerati e rallentati, vengono arricchiti da reiterate inserzioni melodiche, cosicché i pezzi restano nella memoria nonostante con la ritmica sfuggente. Minimo spazio è lasciato alle voci che hanno per lo più una funzione accompagnatoria.
Consigliato agli amanti di Aphex Twin, Squarepusher, Mouse on Mars and company, o a chiunque si voglia avvicinare alla musica elettronica di “qualità”.
---
La recensione Reel 01 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-11-24 00:00:00
COMMENTI