Un vero gioiellino di pop contemporaneo. Prendete e ascoltatene tutti.
Era da diverso tempo che non rimanevo folgorato da una canzone italiana fin dal primissimo, quasi casuale, ascolto. Mi riferisco nello specifico a "Kill kids (take me away)", terza traccia dal nuovo disco dei VeiveCura, band siciliana che calca le scene da ormai 7 anni ma di cui finora non avevo mai sentito parlare.
Folgorato appunto da questo gioiellino - che cuce alla perfezione pezzi di M83, Talking Heads, Foals e LCD Soundystem per dar vita ad un singolo perfetto - mi butto a capofitto su "M+1", credendolo appunto un esordio. Così non è, per cui vado a ripescarmi a spizzichi e bocconi i lavori precedenti; purtroppo il passato discografico della band non pare così luminoso come invece lo è il presente, ma poco ci importa se consideriamo queste 12 tracce l'ideale "punto zero" della formazione da cui partire per puntare alla ribalta internazionale. Le premesse ci sono davvero tutte per creare un piccolo varco nella scena electro - se proprio volessimo trovare una collocazione - così come ci sono i singoli per fare breccia nei cuori di appassionati e addetti ai lavori.
Infatti, oltre al singolo già menzionato, il progetto guidato da Davide Iacono può contare anche su "Mirage" (dove si va a manetta di french-touch e ancora di M83), "Daylight" (pezzo dalle marcate sfumature eighties con i tastieroni in bella vista), "Sparks 90's" (come se Mika provasse a fare il verso agli ultimi Daft Punk), "Cynic cynic" (i New Order imbastarditi con The Style Council). Insomma, se da un album si arriva ad individuare 5 potenziali hit, evidentemente stiamo parlando di un quasi capolavoro.
Scrivo quasi perché a tratti l'uso massiccio del vocoder (tipo in "You don't") e una produzione dei suoni non sempre eccellente rendono l'ascolto a tratti poco fluido. Poi, sia chiaro un altro aspetto: ci sono brani che non hanno il taglio di singoli (anche se potrebbero diventarli con un edit calibrato) ma sono da considerare ottime canzoni. Nello specifico mi riferisco a "Bad animals" e "Sleepwalkers" (siamo dalle parti degli Everything but the Girl), "Too late" (qui l'immaginario di riferimento sono i Radiohead di "In rainbows") e la conclusiva "See you in the next life" (strumentale con un climax in cui si intrecciano splendidamente piano e chitarra).
In definitiva, nonostante le piccole pecche e al di là di tutti gli steccati di genere, quest'album è un vero gioiellino di pop contemporaneo. Prendete e ascoltatene tutti.
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La recensione ME+1 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-03-14 09:00:00
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