Jeron s/t 2005 - Stoner, Punk, Noise

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Sono intensi questi Jeron. Hanno l'energia per mandare avanti una metropoli e una passione che metterebbe in imbarazzo anche Cristo. Ruvidi, rabbiosi, violenti, impetuosi. Mediamente preparati sulla faccenda rock-metal-noise. Purtroppo si muovono in pericoloso equilibrio su quella fune che ciondola sul nulla, sbilanciandosi troppo spesso.

Immaginate i Metallica di "For whom the bell tolls" che incontrano i Marlene Kuntz di "Sonica". Il gioco di sguardi però non riesce e gli Jerons finiscono per costruire una diga di suoni così legnosi che renderebbero fiero un castoro. Fallisce il trucco di alternare furiose scorribande heavy con fraseggi sonici, nonostante il tentativo di manipolare momenti melodici per prendere fiato e ridare accessibilità alla faccenda. L'interpretazione vocale assume le sembianze di un Godano improvvisamente convertito al trash metal e il risultato non è propriamente invitante. I testi condensano frustrazione e rabbia. Senso di fallimento e assenza di amore. Il solito vittimismo esistenziale che nemmeno Calimero. Non dico di mettere i fiori nei cannoni, ma si può usare la grazia e l'ispirazione anche nelle manifestazoni più crude e decadenti della personalità. Purtroppo le idee scarseggiano e non basta nascondersi dietro le chitarre.

Certo, hanno il dono di suonare con la freschezza e la purezza di chi non guarda in faccia a nessuno, ma alla fine degli ascolti viene voglia di sventolare un fazzoletto bianco in segno di resa. Non ci siamo.

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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-02-09 00:00:00

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