Album perfetto connubio di talento e capacità interpretativa. Orelle è un vero astro nascente del pop italiano.
Orelle è un mondo di parole e musica di rara leggerezza e concretezza assieme, un bicchiere del quale nessuno osa chiedersi se è mezzo pieno o mezzo vuoto data l'accecante lucentezza del cristallo di cui è fatto. "Argo" è un disco di 12 canzoni nu jazz, che avvolgono chi le ascolta fino a farlo sentire come in una placenta sonora, nutrimento per l'anima e per la testa.
Al secolo Elisabetta Pasquale da Bisceglie, Orelle scrive testi e musiche, attrae come una sirena i navigatori perduti nelle acque melmose della banalità, facendoli cadere nella spirale amorosa del suo canto soave, per poi alla fine annichilirli totalmente, assorbirli e risputarli plasmati nella bellezza, nuovi di zecca, avvezzi al gusto e all'edonismo. In "Argo" i testi sono molto spesso taglienti e carichi di scura tensione, come in "Alibi", dove lo stress da tempi moderni sbotta in severe critiche verso la pochezza degli individui poveri dentro, senza mezzi termini.
Pop elegante nella titletrack "Argo" e "La stanza da tè", dove il pianforte fa sobbalzare lo stomaco e la voce di Elisabetta è così vicina che sembra essere seduta accanto all'ascoltatore a sussurrare nell'orecchio "un pensero superficiale e sconcio". L'intimità è in ogni sfumatura dell'album: la timbrica melliflua lambisce corde interne grevi e nascoste, come se i Massive Attack suonassero in acustico. Non esistono spigolature, solo in "Polo nord" arriva una chitarra elettrica crunch a scuotere l'aria come bora sulla punta di un pontile.
Orelle suona chitarra, basso e contrabbasso, portando però il livello di empatia nei testi tale da consentire la quasi completa analisi di lei, attraverso picchi di profondità e vette abissali di enorme fascino.
Presenze importanti impreziosiscono "Argo", infatti in "Fili d'oro" la voce di Dimartino e la tromba di Fabrizio Bosso si accostano ad Elisabetta, rendendo tridimensionale l'inciso.
"Argo" è un disco splendido che contiene ossimori sensoriali: tra le parole e le note c'è un abbraccio strettissimo. Un vero e lampante esempio di studio e talento concentrati in musica. Orelle ha una lunga strada davanti a sé.
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La recensione Argo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-06-13 09:00:00
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