Alberto Morselli è uscito dal gruppo. Lo ha fatto dieci anni fa, lasciando i Modena city ramblers al loro (fortunato) destino. Senza tornare indietro. Da nessun punto di vista. "Da un'altra parte", il suo esordio da solista, è tutto fuorché un nostalgico tuffo nel passato. Anzi, è tabula rasa dei richiami dell'Irlanda, delle pulsioni politiche e sociali di "Riportando tutto a casa", delle atmosfere della sua vecchia band, sia da quelle avvinazzate e da pogo sia dalle ballate che il suo timbro cavernoso sembrava prediligere. Ora Alberto Morselli esibisce un passaporto da cantautore che lo porta lontano dal suo vissuto, rispetto al quale si trova, letteralmente, da un'altra parte.
Il presente è tutto in un apprezzabile pop, lieve e orecchiabile, intriso di sonorità rassicuranti, tra l'acustico e l'elettronico, con in mezzo quella voce da crooner che non sembra aver risentito degli anni. Al di là di tutti i legittimi perché legati a una scelta così radicale, e per molti versi spiazzante, rimangono nove canzoni raffinate e mai sopra le righe, legate assieme da un pizzico di malinconia e dall'orgoglio di avere ancora molte cose da dire. E forse non è un caso che "Da un'altra parte" inizi a girare con parole come "Chiunque, in giorno qualunque, potrebbe cambiare la strada che prende di solito", e prosegua il suo corso con desideri di fuga, riflessioni sul tempo che passa, sugli errori, sull'amore, sui ricordi. Mantenendosi lontano dai cliché radiofonici e affrontando il proprio lavoro con arrangiamenti pacati e leggeri, condivisi con Fabio Ferraboschi.
Siamo di fronte a un capolavoro? Non proprio. E non certo per l'affrancamento dal combat-folk, più che altro a causa della mancanza di un pezzo davvero decisivo, in grado di fare davvero la differenza. Ma tanto ci basta per dare il ben tornato ad un vecchio vagabondo.
---
La recensione Da un’altra parte di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-03-11 00:00:00
COMMENTI