Una prova d’autore per il Samuele Bersani del rap.
Con Duccio ho avuto la fortuna di scambiare quattro chiacchere appena dopo l’uscita del suo ultimo album, “Amore Povero”. Uno dei punti salienti su cui è ruotata la discussione è stato, ovviamente, la definizione di cantautorap che gli è stata affibbiata.
In poche parole: è sufficiente essere un autore e interpretare le proprie canzoni per essere ritenuto un cantautore? Perché, fosse così, evidentemente la maggior parte dei rapper – a prescindere dai ogni discorso sul talento - si avvicinerebbe a questa definizione in maniera decisamente più cospicua che certi artisti, come ad esempio Lucio Battisti, che, a quest’idea di musica, sono storicamente più correlati. Per l’appunto, il termine cantautore, almeno in Italia, è un termine evocativo con una storia ben determinata. Il corrispettivo anglofono del songwriter, invece - un termine molto più funzionale che si limita a descrivere un'azione (lo scrivere le canzoni) - manca di questa caratterizzazione ed è in grado di balzare con molta più agilità da un genere all’altro.
Proprio in “Come Battisti” è presente una frase molto esemplificativa “le parole sono come ingredienti sullo scaffale puoi usarle per fare ciò che ti va”. Passatemi questa metafora tremendamente scontata ma Dutch, in maniera esattamente analoga a quella di un grande chef stellato, è riuscito a reinterpretare le ricette della tradizione e, ciò che più conta, lo ha fatto senza cadere né nel banale né nell’assurdo. I poli opposti da quali si genera la musica del rapper padovano sono ormai noti ed è quasi superfluo ripeterli: la tradizione italiana dei cantautori e l’hip hop. Perché ho parlato di tradizione? Perché anche il più moderno di questi ingredienti, il rap, è interpretato e concepito nella sua forma più antica, arcaica, più semplicemente, percorso da quell’irrefrenabile spirito vintage che anima tutto l’album.
Dutch Nazari è un rapper d’altri tempi, un gentleman dell’hip hop, oserei dire un dandy, l’esatto esempio dell’anticonformismo ai cliché che questo genere musicale è solito sbandierare, ma è interessante notare come la sua formazione sia, a tutti gli effetti, una formazione classica che, nell’ambiente, potremmo persino definire old school. Gare di freestyle, copertine disegnate da vecchi amici writer, assenza più totale di autotune e, soprattutto, autoproduzione artistica equivalgono esattamente a quello che per i pittori francesi dell’Accademia nel 1700 era il Gran Prix de Rome.
In poche parole, Dutch Nazari lo consiglierei senza alcuna remora ad un amico fan di Coez o di Mecna con a stessa facilità con cui consiglierei la ricetta del babaganoush ad un amico vegano.Ma finirei per invischiarmi in una perversa logica meccanica determinata dagli algoritmi del tutto simile a quella che è in grado di mettere in atto Spotify. Cantautorap, la definizione da cui questa recensione ha preso inizio, è l’unica definizione in grado realmente di racchiudere l’universo di questo autore perché, proprio come un abito commissionato a un sarto, è l’unica che su di esso è stata cucita. “Amore Povero”, a dispetto del nome, non è un album esclusivamente incentrato sul tema sentimentale, sa trattare vari argomenti: il crepuscolarismo delle piccole cose, le vicende personali e gli sbatti legati alla crescita, situazioni tipicamente “sveviane” come lo smettere di fumare, l’ironia sulla propria figura inquadrata sia da un punto di vista esistenziale che artistico, una velata critica sociale marcatamente di sinistra ma non ostinatamente schierata, elegante e priva di orripilanti motti popolari. Il tutto accompagnato da un suggestivo mix di musica acustica ed elettronica che il produttore Sick & Simpliciter, l’abilissimo sommelier di questo fantastico ristorante (siamo pur sempre in Veneto ed è bello parlare di vino), ha saputo donare all’album. Perfetto per accompagnare le strofe rappate di Duccio ma anche capace di sostenerlo nei per nulla scontati momenti di canonico bel canto.
Una prova a tutti gli effetti d’autore per il Samuele Bersani del rap.
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La recensione Amore povero di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-05-03 09:00:00
COMMENTI (1)
Dutch Nazari e' totale, rischiavo di perdermelo. Fortuna che la funzione musica random di Spotify mi fa scoprire un sacco di perle :)