Chitarre veloci e spirito da pirati punk. Distruggere tutte le gondole a suon di power-surf è l'obiettivo di questa band veneta. Salvatevi se potete.
Prendi una chitarra, trattala bene, e stai sicuro che ti lascerà, oppure prendila, trattala male e stai sicuro che ti amerà.
I Destroy All Gondolas, forse le chitarre le hanno pure lanciate nella laguna veneta, forse anche incendiandole prima, per l'amore-odio che si percepisce nei loro pezzi. Questo disco puzza di pesce marcio, di legno fradicio, di alghe putrefatte, infatti si intitola "Laguna di Satana", e subito si avverte un presagio per nulla buono, a differenza della qualità musicale. Dieci brani veloci, la sensazione che siano nate improvvisando, almeno per la parte musicale.
Per i testi il discorso cambia, le divagazioni sul tema necrofilo-satanista-distruttivo sono poche, argomenti che alla musica hard-surf si prestano decisamente bene, nulla di nuovo, la cifra sta nella compattezza del suono e nella voce di Enrico, il cantante, che, quando non urla, ride istericamente, registra in lo-fi un cantato ispirato a Jon Spencer, da non sottovalutare.
"Chrome Fuck" in apertura taglia subito corto sui convenevoli e spara mitragliate ad altezza uomo, mentre la danzereccia "Can't Swing" contiene con i riff e gli assoli più veloci del disco assieme a "Destroy your Gondola"; e un po' in italiano come "Alchemist" e "Morgan", il risultato è sempre devastante, odore di salmastro e fuoco. I brani strumentali poi ("Penetration", "Apocalypse Domani" e "Nutria"), sono la quintessenza del punk-rock, il divertimento per chi ascolta, si percepisce pari a quello di chi suona, perché i movimenti e i giri di chitarra, batterie e tastiere sono tanti, le dinamiche si sovrappongono maledettamente bene, tutto si incastra con i padiglioni auricolari alla perfezione nonostante la sporcizia del suono.
Dei Destroy All Gondolas, alla fine di questo disco, rimane polvere tra i denti e un morbo interiore, tipo delirium tremens, quella scossa elettrica che arriva e non ti molla anche quando è il silenzio a parlare. La musica finisce di colpo e ti ritrovi a sobbalzare come in preda ad un defibrillatore immaginario. Rock 'n roll.
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La recensione Laguna Di Satana di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-08-01 09:00:00
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