Fondamenta blues e antenne stoner-punk. Questa la cifra stilistica in un disco che riesce a mantenersi vivo nonostante i riferimenti classici.
Radici e coltelli, ancore salde nei fondali dei primi anni del '900 e arpioni lanciati verso gli ultimi anni zero, su una nave rock-blues dallo scafo duro che sembra di pietra. King Howl si chiamano, questi quattro ragazzi sardi, il loro primo full-lenght album è "Rougarou", uno spazio riqualificato di antiche musiche nere americane fatte passare sotto il martello incandescente di un fabbro di strada, e colpo dopo colpo si plasmano nel fuoco diventando potentissime e ruvide.
10 canzoni di stoner-blues compatto e conciso, 9 inediti e quel "On the Road Again" classicone dei Canned Heat che, suonata alla King Howl, schitarrata e distorta, resta viva e nemmeno a fatica. Il percorso musicale in "Rougarou" non si discosta di molto dal sentiero del blues: il primo passo "Gone", inizia lontana, come se fossimo ancora aggrappati alla sedia a dondolo degli anni '30, per poi esplodere in riff e batterie veloci alla ZZ Top, e il flusso continua con "Demons".
Pezzi di Wolfmother si incastonanao in "Screaming" e "No Money", brani in cui è la vocalità del frontman Diego a incidere maggiormente, tra Chris Cornell nelle parti alte e un più morbido Mark Lanegan in quelle basse, con una sua personale dignità.
La seconda metà del disco ha una vena più zeppeliniana, da "By my Side" a "Falling Down", si ritorna nella carreggiata del classico heavy-blues anni '70, con stop&go tattici e dinamiche molto apprezzabili, mentre con "Ride the Night" l'atmosfera evocativa si spinge inesorabile verso una direzione ballad di facile acchiappo, quel lento da tre quarti concerto che fa respirare prima dell'ultimo pezzo.
Quello che i King Howl portano con "Rougarou" è un vento rovente che soffia sulla sabbia del blues classico e la lancia lontano a riformare dune dalle forme appuntite, se questa sabbia sedimenterà e diventerà granitica roccia solo il tempo lo può dire, per ora conviene lasciarsi investire dalla potenza di questo disco senza pensare.
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La recensione Rougarou di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-09-18 09:00:00
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