Coraggio, personalità e delicatezza, ma anche senso di colpa, paura e vertigine sono gli ingredienti del nuovo album di Alteria
Avete presente quell’ansia che assale quando si sente un impellente bisogno di cambiare strada? Perché cambiare non è quasi mai semplice, staccarsi dalla strada già battuta per buttarsi in quella ignota: è il senso di smarrimento e di vertigine che assale in quel momento la fonte da cui attinge Alteria per il suo primo lavoro in italiano, che non a caso si intitola “La vertigine prima di saltare”. E “Premessa”, primo brano dell’album, ne è il manifesto più eloquente, ché “soffocando i miei limiti / mi libererò la strada / strada nuova sai / le paure gridano / io non più”.
I temi sono personali e importanti, e Alteria li canta con personalità e strafottenza: “Peccato” è intrisa di senso di colpa ed espiazione, ma è pure un atto d’accusa all’ipocrisia di chi si sente senza peccato, che “ne prenda uno dei miei”; “Cuore demonio” è tradimento e assenza di perdono, le frasi come martellate verso la fine del brano descrivono alla perfezione i moti dell’anima nel rapportarsi con un’altra: “la malattia delle cose non dette […] / il peccato dell’indifferenza […] / l’abbraccio più stretto del mondo […] / il coraggio di avere paura”. Il senso religioso domina anche “Sacro e profano” e “Santa Pace”, due brani che hanno in comune l’ingresso prepotente dell’elettronica dal punto di vista musicale, con il primo che è una bomba che spinge a mettersi in gioco, a non avere paura, a rischiarsela e giocarsela fino in fondo. L’elettronica si fa più sfumata e si mischia al rock più classico in “Il mio vento” o “In controluce”, dove per un attimo sembra di sentire l’eco di Meg, così come in “Passi fermi”, brano carico di rabbia e attesa, senso di colpa, d’incapacità, di non sentirsi all’altezza, ma anche fermezza e voglia di provarci.
Due note a parte la meritano i due brani migliori del disco, “Diventare chi sei” e “Taste”: la prima è un intervallo delicatamente acustico tra il rock e l’elettronica. Alteria canta parole dolci e accompagna per mano una bambina per condurla a diventare la donna che sarà. È amore puro e incondizionato, affetto materno che sorprende e commuove per la sua semplice genuinità (“ti do la forza che io non ho / ed il coraggio che manca a me / e se dovessi sbagliare ancora / ti giuro che io ti capirei”). La seconda è perfetta armonia tra testo e musica, che conservano sempre la giusta tensione, è la fermezza di non dire “le frasi di cui hai bisogno tu”, è la capacità di pensare a se stessi e non illudersi di fronte alle “promesse che non manterrai”.
Con “La vertigine prima di saltare”, insomma, Alteria si piazza lì, tra le voci più interessanti del moderno rock al femminile, al fianco di Any Other, Giungla, Giorgieness: con quest'ultima in particolare, Alteria condivide il modo di urlare i sentimenti e raccontarli, la personalità forte e decisa, eppure ognuna con il suo unico stile. E il futuro, in questa direzione, lascia solo buone aspettative.
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La recensione La Vertigine Prima di Saltare di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-10-18 09:00:00
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