"Motel architecture" è un disco cupo ed angosciante che riporta la mente indietro a quando il buon Trent Reznor diede una scossa al pop con la sua graziosa macchina dell'odio. Non fraintendetemi, gli Architect's eye non sono popular quanto i Nine Inch Nails, dato l'utilizzo di voci sibilanti e la quasi totale carenza melodica. Il richiamo è piuttosto nell'uso di strumenti elettronici "cheap" per le intessiture ritmiche: le prime drum machine ed i campionatori di fascia bassa.
Probabilmente a causa degli strumenti utilizzati, il mixdown finale delle tracce risulta ricco di frequenze medio alte e povero di basse, contribuendo ancor più alla sensazione di glacialità. Una scelta ponderata? Probabile. Ascoltando in profondità si percepisce una grande cura, specialmente nei layer chitarristici. Di sicuro il progetto di Braghin non ha lasciato molto al caso.
Cos'è allora che non mi convince appieno ?
Innanzitutto trovo certi pezzi un filo derivativi: "Serial Victim" ricorda molto da vicino i Fluke e la seguente "Sanctuary" evolve come una carbon copy di "Angel" dei Massive Attack. Poi credo che i sibili riverberati delle linee vocali stanchino presto, una qualche linea melodica non guasterebbe. Non per nulla trovo uno dei momenti più riusciti del disco in "Lullaby": niente parti cantate vere e proprie anche in questo caso, dove è la semplice melodia strumentale a fornire un filo conduttore palese.
Come ho detto, è una questione di scelte: quando si vogliono esprimere sole cuore ed amore basta una chitarra in levare, se si vuole invece fornire uno scorcio su di una mente torturata, le strade si complicano anzichenò.
"Motel architecture" riesce appieno in questo intento, ma gli ascoltatori siano avvertiti: la discesa non sarà un'esperienza piacevole nel comune senso del termine.
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La recensione Motel architecture di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-08-09 00:00:00
COMMENTI (17)
luzzato fegiz é giornalista... ecco! e anche mollica...
parli di "aspetti non rilevanti del disco" come se ci fosse un manuale a cui attingere indiscutibilmente! ma chi lo dice che le sfumature su cui cade la mia attenzione siano le stesse che interessano a te? anzi, é proprio questo il bello, il potersi confrontare su posizioni diverse...
e poi ci sono dischi (forse la maggior parte!) in cui il giudizio non può essere sempre o bianco o nero! perché magari al loro interno ci sono 3/4 tracce buone (che se fosse venuto fuori un ep ne parlavi benissimo!) e il resto é appena al limite della decenza.
può darsi... ma allora ben venga un progetto come Rockit!
...ma il discorso di canali vale anche per quei giornalisti (pagati!) che lavorano per "la carta stampata che non stronca più nessuno. spesso più per motivi di budget che altro."? perché se così fosse allora il tuo discorso non sta in piedi, eh!?!
Stefanel League :: proud supporter
(Premessa. Mi trovo a riscrivere per la seconda volta la risposta perché senza motivo il mio post si è cancellato da solo. Pons, perchè?)
Carissimo, mi spiace che la mia risposta a Marok sia sembrata fare un passettino indietro. Non è così. Volevo solo rispondegli gentilmente e puntualizzare il fatto che non ho "la puzzettina sotto il naso" come dice lui. Volevo essere gentile soprattutto perché ultimamente qualcuno sul forum dice che sono uno "sputasentenze", e io, che sono uno che si interroga, mi sono detto che magari qualche difetto sta anche nel manico, cioè nei miei toni. Per cui, senza rinnegare nulla dei contenuti, ho cercato solo di essere gentile.
Circa il giudizio espresso sul disco di IG, confermo tutto. E cioè che il pezzo iniziale è un pezzo da Senremo, che trovo brutto. Però Marok ci mete la sua firma solo come componente del due IG, perché testo e musica sono di Ivana Gatti. Ovvio che a lui piacesse il pezzo, altrimenti non lo incidevano. Ma non l'ha scritto lui.
Gli altri due pezzi sono migliori, ma non perfettamente riusciti. Credo che sia quello che una volta si diceva disco di transizione. In questo caso da un tipo di rock che Marok non condivide più, e questo è un merito, perché ne fa un artista vivo, non un babbione arroccato su forme musicali stantie, verso un nuovo linguaggio che a mio parere IG non ha ancora messo a fuoco. Verso un tipo di classicità fuori dalle mode. Non so se ci riuscirà (e non è un'osservazione denigratoria, è solo una cosa tipo "non ho la sfera di cristallo"). Ma trovo un merito in sè questa ricerca. Sui suoi risultati però io dico la mia. Cioè, che per il momento non mi paiono riusciti.
Contrariamente a quanto crede qualcuno, il fatto che un disco o un gruppo non mi piacciano, non mi porta a desiderarne la distruzione.
Dico quello che penso, in maniera diretta, con toni sempre poco diplomatici (è un difetto, lo so; ma d'altro canto io ho sempre adorato NME per questi toni), ma sempre sinceri (e questo credo sia un pregio).
Lo stroncato ha tutto il diritto di avercela con me, di non trovarmi simpatico. Ma io non ho nessun motivo per trovare antipatico lui. NOn ho nessuno motivo per denigrarlo umanamente. NOn ho nessun motivo per trattaro male se lo incontro o ci parlo. Non ho nessun motivo per rimanere male se qualcun latro trova bello quel disco che a me non piace o se quel disco ha successo, come ho precisato nella discussione sulle mia recensine ai Marchio Bossa.
Se gli stroncati non volessero la mia morte, io potrei benissimo sorseggiare uno spritz in loro compagnia, parlando amabilmente del più e del meno.
Spero di essermi chiarito con te e con tutti. :)
zao modaiolo
il tuo intervento dopo quello di gianni è sembrato piuttosto un fare un passettino indietro dopo avergli concesso pure troppo per il disco che è quello di IG che meritava di molto meno di un "non mi convice appieno" dopo aver letto la firma di marok sui pezzi. proprio perchè da un genio ci si aspetta (e secondo me è giusto farlo) qualcosa di geniale.
modaiolo... mi traduci?
non capisco... veramente
Hai proprio trovato la persona sbagliata per fare questo discorso, fidati.
Se vuoi continuare oh, ti passo il mio MSN : simonecarono@hotmail.com
Appena mi connetto però, adesso non ci sono.
no, stiamo discutendo sul fatto che le recensioni andrebbero fatte da giornalisti, che si possono permettere il lusso di stroncare o di esaltare un disco a ragion veduta.
mi lamento del fatto che le rensioni sempre più spesso divagano spesso su aspetti non rilevanti del disco, e che sembra tutto un: "bah, si, ci può stare, non mi ha entusiasmato ma ci può stare". che ognuno può interpretare le recensioni a piacere, e se per caso, come nel caso della recensione di IG (disco vergognoso se leggi la firma), poi compare uno degli illustri autori, allora si può trovare il paraculo necessario per tirarsi fuori dall'impiccio.
un po' com'è successo alla carta stampata che non stronca più nessuno. spesso più per motivi di budget che altro.
mi lamento che chiunque può parlare e inquesto marasma non c'è più una voce che abbia una parvenza di autorevolezza. chiariamoci la tua recensione ci può stare se parliamo a cazzeggio al bar. e allora me ne sarei fottuto allegramente del cheap e del ciop e del campionatore e del synth e di tutte le altre cazzate.
se io apro rockit è per leggere parole che possano avere un peso... ma che senso ha per me avere anche una recensione di rockit in rassegna stampa se rockit sputtana il proprio piccolo e sudato valore?
é come mettere sul sito le foto fatte con il cantante X del gruppo Y quando sono andato a sentirli al concerto, dopo che mi han firmato l'autografo... diventa patetico, mi capisci?
non fraintendermi se ce l'avessi con te o col gruppo in questione o con rockit in generale sarei stronzo, non polemico. è per questo che invito a ragionare.
Vuoi fare il giornalista? impegnati e guadagnatelo. altrimenti lascia stare, perchè, come disse Canali a un mei di qualche anno fa (con tanto di standig ovation), alla musica indipendente il dopolavorismo crea solo un danno.
that's all. la discussione a questo punto, se vuoi la continuiamo in privato.
Ma... veramente stiamo discutendo sull'uso della parola cheap ? Sostituiscila con vintage, a me che me frega ? Anche se... opinione mia... Un Polysix è vintage. Un campionatore del 1989 è cheap. Cioè, posso trastullarmi col mio nord modular quanto voglio, ma il nord modular suona come un nord modular, il minimoog suona come un minimoog.
Questo non si può dire invece di un akai s900, superatissimo sotto tutti i punti di vista.
torniamo agli sterili tecnicismi
una macchina può essere very expansive indipendentemente dal modo in cui te la sei procurata. non credi? altrimenti se sono un ladro ogni cosa per me è cheap, anche un neuron.
questo è più plausibile, ad ogni modo tra una macchina vintage e una cheap c'è differenza.
io non trovo ma può essere un problema mio (decisamente troppo banali per essere avvicinate), però specificare quello al posto delle macchine usate per fare il disco era più utile.
appunto: quando nel 1989 trent ha fatto quell'album non ha usato macchine cheap. quindi dire "il richiamo è nelle macchine cheap" non è corretto.
se tu mi parlavi di un gruppo che usa tastiere bontempi in cui trovi riferimenti ad un disco di 15 anni fa in cui si sentivano delle tastiere bontempi, in quel caso se mi parli di tastierine scrause mi sta bene. perchè indipendentemente dall'epoca sono dei giocattoli.
che potrebbe essere un difetto se la chiami per quel che è: una citazione dozzinale, mal riuscita.
ma questo è solo il mio personalissimo parere.
quindi se io non mi firmo vuol dire che non credo in ciò che scrivo e che butto li una cazzata? ho scritto quattro repliche, troppa fatica per una cosa che butti li. ho i miei motivi per non firmarmi.
anche tu la vedi dalla prospettiva sbagliata ma si finirebbe in un discorso molto lungo. tanto più se nel profilo posso evitare di mettere il nome visibile a tutti. o se quando scrivo dal mio profilo la cosa finisce inevitabilmente per essere considerata detta a nome del mio gruppo. che non è detto sia d'accordo con me.
Per la verità io musica ne scrivo ancora, non parecchia ma abbastanza. Forse vedi, parlando di persona a proposito di questa discussione e tralasciando per un attimo la recensone, VERREBBE fuori che io non sono affatto uno che se la mena.
E sottolineo, come lo ho sottolineato mi pare nella recensione, non considero affatto l'uso di macchine vintage un'imprecisione tecnica come dici tu. "Una scelta ponderata? Probabile."
Cioè facciamo il punto su ciò che si evince dalla recensione :
1) C'è un uso di ritmiche fatte con strumenti elettronici, step sequencer ( che non cito esplicitamente, ma nomino apposta pretty hate machine che ne è pieno ) e layer chitarristici.
2) Le tracce non hanno melodia, quindi chi cerca il pop si ritroverebbe spiazzato
3) Il disco suona volutamente freddo
4) Alcune tracce non mi hanno solo "ricordato" Fluke e Massive Attack. Piglia "Absurd", poi ascolta la traccia in promo digitale.
Poi piglia "Angel", procurati il cd dei motel architecture e dimmi se non ci trovi una somiglianza.
5) A me non sono piaciute la scelta vocale e la mancanza di quella spezia pop che oh, secondo me non avrebbe guastato
6) Se piace il genere, "Motel architecture" è un disco curatissimo. Non mi ha toccato, ma è fatto bene.
Dimmi ora. Che altro ti serve ? Chiedo eh, per capire.