Marco Patrignani Rock' n' Roll Will Never Die 2018 - Rock'n'roll, Rock, Punk rock

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Dodici brani in cui il rock' n' roll rappresenta uno stile di vita e un'alienante cover di Madonna

"Rock' n' roll will never die", motto o missione di un'intera vita per molti, titolo di canzoni o album per altri, diventa un vero e proprio manifesto artistico anche per Marco Patrignani, che ha deciso di intitolare così il suo lavoro solista pubblicato nel 2018, dopo la chiusura del percorso intrapreso alla guida della sua band, i Sysma. In tutti i brani è il rock' n' roll puro ad essere al centro, con suoni e cantato volutamente 'sporchi', ed accenni continui alla provocatoria sfacciataggine dell'attitudine punk ma anche all'irriverenza del rock anni '50, fino alla new wave, con i suoi beat acuminati.

Patrignani è autore dei testi, voce e polistrumentista, mettendo in questo progetto tutto un mondo, con relativo immaginario specifico – che ripercorrono quasi mezzo secolo di storia della musica moderna - per riverire le influenze sonore del suo passato e farne rivivere la potenza evocativa ed immortale. Sarebbe solo da migliorare la pronuncia dell'inglese, a tratti, per così dire, poco autentica. Dopo dodici canzoni inedite, più o meno tutte legate da elementi ricorrenti, arriva un'alienante cover di “Into the Groove” di Madonna in versione synth-punk, che chiude lasciandomi la curiosità di ascoltare altri esperimenti simili a quest'ultimo.

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La recensione Rock' n' Roll Will Never Die di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-03-27 15:42:53

COMMENTI (1)

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  • marcosysma 5 anni fa Rispondi

    Grazie per il commento.
    L' unica cosa che mi lascia perplesso è il commento riguardo la pronuncia. Ho mandato il cd ad alcune radio americane l'anno scorso è l' hanno mandato in onda. Questa è la playlist di una di queste:
    wprb.com/playlists/searchpl…

    Non credo che avrebbero trasmesso sei canzoni se fossero state cantate male, inoltre una di queste è stata publicata nel cd omaggio dato dalla rivista USA Relix lo scorso novembre. Non so, forse è perché ho studiato la pronuncia americana più che quella inglese, o forse è perché, come mi ha detto un professore americano, anche parecchi artisti americani (tipo i Nirvana) risultano cantare un inglese poco comprensibile anche a loro e perciò non si fanno tanti problemi.
    Comunque, a parte questo, grazie per il commento.
    Per chi fosse interessato, dopo questo album, ho pubblicato un altro album lo scorso Dicembre di sole composizioni musicali e, a breve, uscirà un altro album con 11 canzoni originali.