Facile reinterpretare George Gershwin. Un gioco da ragazzi se hai il vantaggio di essere un attore, disponi di una voce espressiva e hai a disposizione un’orchestra e dei musicisti votati al jazz. Marco Filiberti ha affrontato la difficile eredità del compositore nord-americano con naturalezza, quasi con istinto. “Body and soul” è il suo omaggio a uno degli esegeti della musica popolare dello scorso secolo, a chi ha saputo mettere insieme riferimenti colti e blues, jazz e musical, tradizione bianca e arte del diavolo.
È un disco suonato superbamente questo, patinato ma senza puzza sotto il naso, dal quale Filiberti esce più che bene. Le sue cover di brani immortali, come “Swanee”, “The girl I love” (che inizia con un riferimento a “Rapshody in blue”), “Summertime”, non sfigurano con le interpretazioni più note, nemmeno con quelle dei mostri sacri del rock e del jazz. Merito di una estensione vocale magari non eccezionale, ma ben dotata dal punto di vista della passionalità, e anche di musicisti davvero all’altezza.
“Body and soul” può trovare un posto importante nello scaffale dedicato ai cd: potrebbe essere ripescato spesso, soprattutto nel caso si volesse fare una bella figura con qualche intenditore.
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La recensione Body and soul di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-05-18 00:00:00
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