Un classico lavoro di rap italiano, con i suoi pregi e i suoi difetti
Excusatio non petita, accusatio manifesta dicevano i latini, ed è un po' il caso dei nostri Skerna & Aperkat, duo di origine molisane, quando decidono di intitolare "Non è il disco dell'anno" il primo estratto di questo"Audizioni per un gatto nero". Se infatti di quest'ironica dichiarazione potremmo farci una risata e apprezzarne l'audacia, il rischio è anche quello di dar loro retta.
Non che non ci siano lati positivi: indubbiamente i due hanno sviluppato un certo gusto, parallelo alla direzione intrapresa dal mercato per concentrarsi su un suono (ben curato) e su un'attitudine davvero classica: non mancano infatti i brani di genere come "B Boy" né le citazioni, «l'hip hop è morto in bocca a chi non ha fede» viene detto in "Funeral" - l'omaggio a Nas e ancor di più ai Colle der Fomento è evidente. A non convincere a pieno sono la delivery e il flow, abbastanza scolastici entrambi per tutto il lavoro, ma di certo migliorabili.
Non sempre benissimo anche per lo storytelling: "Sorrisi", ad esempio, nasce come riflessione sui compromessi che bisogna affrontare in un periodo di crisi economica e finisce quasi a sfiorare il voyeurismo in alcuni momenti.
Nonostante questo, sicuramente il lavoro fa ciò che deve: tra momenti più leggeri e altri più impegnati ("Sud pt. 2", "Odi Et Amo", "Sud pt. 3"), ci troviamo davanti a un classico lavoro di rap italiano. Con tutti i suoi pregi e con tutti i suoi limiti.
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La recensione Audizioni per un gatto nero di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-08-23 09:00:00
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