Un’oscura suite sciamanico-darkeggiante articolata su vocalismi estremi e suggestioni etnico-ambientali per risvegliare il caos che impregna il mondo.
La scelta mirata di pubblicarne l’uscita esattamente il 23 settembre – giorno dell’equinozio d’autunno – rientra a pieno titolo nell’allestimento concettuale di “The Chaos Awakening”: il nuovo album di ?Alos, infatti, vuole sviluppare ulteriormente, a partire dalla cura di ogni minimo dettaglio, quella ricerca esoterico-musicale, dalle marcate connotazioni mistico-pagane, già collaudata magistralmente nei lavori precedenti (“Era” e “Matrice”).
A questo giro il baricentro narrativo, dopo gli elementi Terra e Acqua delle pregresse produzioni, si sposta su Aria e Fuoco attraverso un’unica lunga traccia di 20 minuti registrata dal vivo all’interno di una casa cantoniera a Valico Terminus (Ramiseto), fra Emilia Romagna e Toscana. Anche quest’ultima scelta logistica, peraltro, non ha nulla di casuale considerata l’aura particolare del luogo, ormai da tempo avvezzo a supportare svariati progetti sperimentali e, per l’occasione, trasformato nel più congeniale degli scenari possibili per rievocare quel caos che impregna il mondo intero e le nostre periferiche individualità.
Il lavoro di Stefania Pedretti (già membra di OVO e Allun), sulla scorta degli insegnamenti di Demetrio Stratos e Diamanda Galas, si dipana attraverso un percorso di ricerca vocale estrema votata alla fusione atmosferica di rituali arcani e corvina contemporaneità, anche grazie al supporto di una cornice etnico-ambientale approntata da sintetizzatori modulari e strumenti artigianali della tradizione vietnamita. La risultante è dunque una sorta di “suite” sciamanico-darkeggiante nella quale ai primi quattro minuti di preparazione liturgica, caratterizzata da scampanellii di varia natura, seguono le prime modulazioni vocali di derivazione tuvana e successivamente, prima dello scoccar dell’undicesimo minuto, i suoni ancestrali di un chaos scepter (uno strumento in legno bicorde appositamente costruito per l’occasione): ma a guadagnarsi la scena, in un crescendo di luciferina teatralità à-la Diamanda Galas, sono i vocalismi violenti della Pedretti, prodromi, a loro modo, di quella decongestione finale che prelude a una salvifica riappacificazione con la natura.
Dunque un progetto di ostica bellezza che travalica la mera musica ambientale per farsi vera e propria accademia performativa, tanto refrattaria ai punti luce quanto catartica e cruentemente liberatoria.
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La recensione The Chaos Awakening di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-09-28 09:00:00
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