Se vi chiedono che musica suonano i Lomè non siate avventati. Pensateci su e iniziate pian piano a snocciolare i riferimenti sonori della band e vi accorgerete che è veramente difficile darne un’interpretazione univoca. Nella loro musica c’è il jazz, la musica popolare, atmosfere e ritmi composti che profumano di Medioriente. Ma anche un gusto per strade più audaci, che si traduce in soluzioni ritmiche, giochi di vuoti e pieni interessanti. Su tutto la voce di Riccardo Ruggeri che lascia dapprima spiazzati ma poi pian piano appassiona: acre, spigolosa, acerba, eppure avvincente nel rincorrere modi non facili nella ricerca di una propria strada lungo percorsi, certo già battuti, ma assolutamente non agevoli da attraversare. Mentre lo ascolti cantare “Non è niente”, sembra suggerirti che ama Demetrio Stratos, poi tra le sue letture trovi il pregevole libro di Janete El Haouli sul grande artista di origine greca e i conti tornano a posto. Ma, come dicevo, nel disco dei Lomè i sapori sono tanti e così può capitarti di scivolare su soffici e fumose atmosfere jazz come nell’eccellente “Via da Roma”, dove ti lasci cullare dai grappoli di note del pianoforte di Andrea Manzoni e dal velluto del contrabbasso di Luca Bertinaria. Ritmi pluricomposti e atmosfere mediorientali per “Blubù”. Oblique e raffinate le melodie dei lori brani come in “Fine di due” che ha il gusto senza tempo di un disco a 78 giri. In definitiva una buona prova per il primo passo discografico dei Lomè, grazie anche alla raffinata produzione di Enrico Montrosset. Chissà dal vivo come saranno?
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La recensione Fiori su marte di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-06-21 00:00:00
COMMENTI (1)
molto bravi questi lomè... il disco è bello, anche se non proprio di facile ascolto.