Quello dei Paternembrot sembra più un disco destinato a parenti e amici che non un prodotto tramite il quale presentare il proprio prodotto: la copertina fin troppo 'casereccia' e una grafica improbabile; l'interno, in cui le varie informazioni scritte in carattere microscopico si affastellano per fare posto a uno foto da 'vacanze estive'; i suoni che escono 'tappati', come se si fosse tentato di soffocare gli strumenti con dei cuscini.
Ciò detto, i Paternembrot ripetono la lezione 'stoner', avendone ben studiato la letteratura (ma ripetendola un pò a memoria): i 'prolegomeni' dei Blach Sabbath, e i 'principi' dei Kyuss, utilizzando come complementi i 'discorsi' dei Soundgarden e qualche scritto sparso degli Alice In Chains come lettura aggiuntiva.
Continuando nella metafora, "Memoficina" ha più l'aspetto di un insieme di appunti, pur raccolti con un certo ordine, che non di un testo più articolato. La relazione, anche se volenterosa, manca di brillantezza espositiva.
Insomma, i Paternembrot 'si vede che hanno studiato', ma è meglio che si chiariscano le idee e si ripresentino alla prossima sessione.
---
La recensione Memoficina di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-06-08 00:00:00
COMMENTI (1)
Quanto tempo è passato, quanta acqua sotto ai ponti!
:[
allora pensammo che marcello fosse un amico. Oppure un parente!??
:]
pace