I Subsonica ammiccano da lontano nelle sonorità di un piccolo concept che parla di separazione e ripartenza.
Quello che stiamo ascoltando oggi è un piccolo concept in cui indagare la separazione. Allontanarsi è un prendere le distanze, ma non per forza in vista di una perdita. Spesso il distacco rimette le cose in prospettiva, a volte è il processo necessario per tornare a sentirsi vivi; significa cambiamento, partenza, nuovo inizio. Ovviamente il tempo è un fedele alleato che elargisce possibilità di trasformazione a chi non si lascia inaridire dalle esperienze. Ma poniamo una questione: e se invece ci si sentisse come “Alberi nudi” in mezzo alla tempesta di un addio? Quale musica sceglieremmo a rappresentare il nostro stato d’animo?
I 1989 ci raccontano che la loro opera descrive l’inizio, la durata e la fine di una relazione; eppure l’album può offrire prospettive diverse. Partendo dalla fine di una storia, “il riflesso” di due anime sole che si stanno salutando può rappresentare l’arido inizio di due anime nude che si stanno conoscendo, perché ad ogni arresto segue sempre un inizio in cui incontrarsi e da cui partire. Allora proviamo ad ascoltare “Alberi nudi” partendo dall’ultima traccia. La percezione della nostra fragilità di anime sole (“Riflesso”) cerca ogni modo possibile di ritorno verso ciò che si è perso (“Tutti i modi possibili”) e così si riparte (“Noi”) incontro a nuove direzioni (“Mari”) per non sentirsi più “Alberi nudi”.
Con i Subsonica che ammiccano da lontano, i 1989 compongono un disco pop rock di stampo elettronico in un’avvincente alternanza di chiaro scuro: proprio come un riflesso di luci ed ombre in anime alla ricerca di un nuovo inizio da cui ripartire.
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La recensione Alberi Nudi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-04-11 15:13:06
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