Tante idee che si tengono insieme a fatica ma lo sforzo è apprezzabile: questo è l'ep di Gabriel Cale
Ci sono tante influenze, di matrice specialmente inglese, nell'omonimo ep di Gabriel Cale. Forse tutte queste sono pure troppe dato che, negli episodi in cui il cantautore torinese "asciuga" un po' i rimandi e le influenze, come ad esempio nella prima traccia, "Astral Links", i risultati sono di gran migliori. Già perché questo ep è come se viaggiasse "a due velocità" (e ogni riferimento ad un'ormai antica proposta di gestione finanziario-monetario della zona euro è totalmente non voluta). Infatti da un lato c'è l'amore di Cale per un certo tipo di musica, grosso modo riassumibile nel genere "British Psychedelia di fine anni '60", che è potente e vivo in ogni angolo dell'ep. E, dall'altro, la sua propria voce, che invece spesso e (mal)volentieri sparisce tra le spire delle influenze.
Ecco, questa è la questione principale dell'ep. Un ep che, va detto, non "suona" affatto male, anzi. Gabriel Cale, dal punto di vista squisitamente sonoro, realizza un lavoro di ottimo livello che però non riesce a convincerci del tutto perché non fa emerge, come invece ci si aspetterebbe da un cantautore, una sua voce "autentica e propria". Ci si perde insomma dietro a tutta una serie di plurime influenze che fanno, quasi subito, "smarrire la via di casa". Consiglio della nonna: quando ci si incammina nel bosco meglio lasciarsi dietro delle mollichine di pane. Perché sono buoni tutti a sapere "dove si va": conta anche da "dove si viene" no?
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La recensione Gabriel Cale EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-03-31 08:35:24
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