Come in una caverna buia piena di pipistrelli: se si ha coraggio l'esplorazione di "Innocence" potrebbe dare delle belle sorprese
La sensazione da dungeon, ovvero quel particolare "topos" da videogioco in cui ci si ritrova, di solito armati di spada e torcia, alle prese con l'esplorazione di un antro buio e misteriosa è la prima cosa che abbiamo avvertito durante "il viaggio" attraverso questo disco. "Innocence" dei Lei, (No) innocence è infatti un percorso nel buio, nel buio misterioso e vagamente horror in cui suoni, distorsioni e disturbi elettronici si fondono con un atmosfera cupa, quasi senza speranza. Prendiamo ad esempio la terza canzone, "Purple", che per noi è una di quelle contenute in questo album dal maggiore impatto. Davanti a noi ci si para davanti una specie di sussurro dark-wave continuo, basato giustappunto su silenzi e echi distorti e profondi, una specie di "nekuia" omerica, come se l'unica via per accedere ad una maggiore consapevolezza di noi sia, banalmente, sprofondare negli inferi. Ne consegue che, come avrete potuto capire, il grado di sperimentalismo intrinseco all'album dei Lei, (No) innocence è altissimo e di certo l'ascolto non è semplice, anzi. Siamo quindi sicuri come l'ascoltatore medio debba armarsi di pazienza certosina per poter esplorare con dovizia ogni anfratto di questo dungeon sonoro. Eppure, proprio come se fossimo all'interno di un gioco di ruolo, è proprio nelle caverne che sono contenuti gli scrigni con i tesori più preziosi: sta al nostro coraggio decidere se provare a raggiungerli o meno.
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La recensione Innocence di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-04-03 08:27:10
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