Sol21, è un giornalista in incognito che lotta contro le fake news che tolgono il sorriso...
Sol21 è un giornalista in incognito, che, da appassionato di musica, ha deciso di provare la strada del cantautore. Con il suo “Quando i serpenti erano buoni” ha confezionato un ep di quattro pezzi electro pop con un risvolto autobiografico. I sentimenti che vengono richiamati lo fanno sembrare un album quasi terapeutico, in cui liberarsi di un peso che lo affligge.
“La nuda verità” è il brano che lascia trasparire di più la professione di un giornalista che cerca di raccontare i fatti, tra accuse di fake news che tolgono il sorriso...
Le basi del disco, che si snodano tra diversi nomi e richiami, sono composte perlopiù da pattern di batteria e tastiere, che a tratti ricordano vagamente Tomorrow Modern Boxes di Thom Yorke (in Gli Occhi Tuoi), ma anche altri nomi internazionali (Beach House). In “Davanti ad un caffè” c’è un bel giro di basso, che si alterna alla batteria nell’accompagnamento alla voce, alla ricerca della felicità. Prima di cercare la felicità però, Sol21 si interroga circa il suo significato (è qui che emergono i synth à la Beach House di Lemon Glow).
Ciò che sembra mancare durante l’album, riguarda la voce. Per un migliore risultato ci vorrebbe non solo un suo uso più ampio e meno statico, ma anche a livello qualitativo un migliore campionamento della voce e una miglior post produzione aiuterebbero.
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La recensione Quando i serpenti erano buoni di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-04-07 23:42:00
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