Venere Appeso al ramo più alto 2004 - Rock, Pop, Alternativo

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L’unico brano in studio è la title-track, canzone che, al di là di un titolo piuttosto macabro, è una buona dimostrazione di come si possa cercare il mainstream senza cadere nel ridicolo. Bravi i Venere, con il loro rock velato di melodia, suonato (e cantato) con Jeff Buckley nel cuore e la voce di Marco Iacomelli impressionante per estensione e potenza. Tutto il resto del dischetto, oltre a un paio di videoclip, contiene dei pezzi dal vivo, colti in due differenti occasioni. “Gasolina” è stato registrato a Livorno, in occasione dell’I Tim tour del 2002 e mostra una band forse emozionata e un po’ insicura. Cambia tutto nel miniconcerto del Rolling Stone di Milano di due anni dopo. I Venere sembrano essere in un momento felicissimo (alla faccia della resa acustica del cd, a dir poco pessima), nel quale danno prova della propria potenza sonora. Messo da parte ogni sentimentalismo (con l’eccezione di “Appeso al ramo più alto”), i milanesi pestano duro a più non posso (in “O2” somigliano ai Wedding Present), dando prova di un certo amore per la new wave e ritagliando una parte finale quasi sciamanica, flagellata da chitarre trattate malissimo (manca solo un incendio in stile Jimi Hendrix) e singoli componenti ai limiti dell’orgasmo. Un set di fuoco, che non fa altro che mettere in luce la parte nascosta dei Venere, insospettabili rockettari. La riuscita dei due clip finali (ancora “O2”, poi “Thomas”), sia pur nella loro semplicità (con particolare riferimento al secondo), chiudono il cerchio, lasciando supporre che probabilmente sentiremo ancora parlare di questi ragazzi. O almeno così speriamo.

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La recensione Appeso al ramo più alto di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-06-06 00:00:00

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