Tante influenze, nessuna influenza: il discorso personale e derivativo di Roberto Casanovi in "Un'altra stanza"
Roberto Casanovi ha un dono abbastanza raro nel panorama musicale italiano odierno: ovvero essere in grado di realizzare un discorso assolutamente personale e "proprio" e, al contempo, di suonare "derivativo e citazionista" come non mai. Vi sembra strano? Beh comprendiamo, perfettamente, i vostri dubbi ma vi invitiamo a sentire la prima traccia, "L'anima della festa". Questo pezzo è una specie di bignami del cantautorato indie degli ultimi dieci anni, con rimandi ora de Lo Stato Sociale, ora, tantissimo, del "fu" L'Orso ma anche di Niccolò Fabi e Colapesce. Quindi la presenza di così tanti ingredienti e esempi lo rende un pezzo "carta e carbone"? Nient'affatto perché, abbastanza miracolosamente, Roberto Casanovi, anche grazie ad un buona capacità di scrittura, non sembra mai la "brutta copia di" ma è sempre in grado di costruire un qualcosa di assolutamente personale. Poi certo, ci sono momenti in cui le influenze "pesano" di più rispetto alla qualità della scrittura, come nel pezzo successivo, "Poetaimpostore", il momento di sicuro più debole dell'intero lavoro. Eppure, facendo un passo indietro e dando uno scorcio alle cose più dalla distanza, non possiamo certo dire che Casanovi abbia realizzato un brutto disco, anzi. Forse non è così coraggioso, in fatto di arrangiamenti, ma non siamo mica in Conservatorio durante un esame giusto? Vediamo al prossimo giro se il cantautore milanese sarà in grado di limare i difetti e, giustappunto, ampliare i suoi punti di forza.
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La recensione Un'Altra Stanza di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-04-08 10:11:26
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