La strada per diventare il nuovo John Princekin è ancora lunga, ma i presupposti sono buoni.
L’appellativo heavy mi spaventa. Il termine pesante quasi mi schifa, in ogni ambito. Personalmente, tendo sempre a evitare anche le birre doppio malto. Non so se sia il caso di appellarsi a una nuova categoria per descrivere l’ultimo disco di K.E.M. Kagune, qualcosa di simile a “heavy rap”, quel che è certo, a un primo ascolto “Tu soffri” mi ha moderatamente gasato. Andiamo ad analizzarlo più a fondo.
K.E.M. è un giovane musicista milanese con un passato da producer e due lavori alle spalle nei quali ha intrapreso un percorso di messa a punto del proprio stile fondendo elementi di ogni genere che possa essere definito hardcore a livello mondiale all’interno di un discorso rap. Il risultato è un sound che spazia dalle sonorità più canoniche dell’old school a quelle più moderne della trap costantemente connotate in maniera positiva e particolare da forti influenze metal e crossover.
“Tu soffri” estremizza un discorso sonoro -già intrapreso da interpreti ben più noti come Nitro o Axos- di simbiosi tra uno stile di rap -molto serrato ed heavy nel contenuto ancor prima che nelle sonorità- ed una determinata attitudine rock. I testi non riescono però a emergere come dovrebbero sormontatati dalle basi che rimangono comunque l’aspetto più interessante di questo lavoro anche quando finiscono per coprire le parole. Tracce più comprensibili come “Pensi” lasciano invece trasparire qualche lacuna compositiva.
Possa piacere o meno, quest’album merita un punto a favore anche per il coerente immaginario (estetico ed artistico) messo a punto fondendo i topoi del metal e del filone dark dei manga. In definitiva, K.E.M. Kagune fa musica per nerd harcore, canzoni che andrebbero bene per comporre la colonna sonora di qualche violentissimo gioco fantasy.
La strada per diventare il nuovo John Princekin è ancora lunga, ma i presupposti sono buoni.
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La recensione Tu Soffri di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-02-20 09:00:00
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