Un buon punto di partenza per un full length, che fa ripensare a Bjork e Garbage.
Il nome dell’ep degli ILRE, “A musical composition that contains more than a single, but less than a full album”, è già una descrizione dell’album: più di un singolo, ma meno di un full length. Di solito il punto di partenza è proprio questo.
Nel quarto d'ora circa dell'ep, composto di tre pezzi, si spazia dalle ballate lente dedicate a chi non c'è più (Open me the sky) alla voglia di scrivere per proteggersi e liberarsi di un peso (Highway).
In “Open Me The Sky” si toccano poi questioni filosofiche mai risolte, e che non prevedono una vera e propria risposta: il nostro scopo nel mondo. “Can't understand the authentic reason of living/The supreme definition of spiritual pleasure”.
“Highway”, con le sue corde stoppate poggiate su loop di batteria, che hanno un buon piglio, ci dà dimostrazione delle capacità canore di Laura Sghedoni, che fanno pensare anche a nomi come Bjork e Garbage.
Tre pezzi bastano a far capire la qualità di una band? Forse no, ma le ballate lente e nostalgiche, unite a un brano di corde stoppate, fanno di questo ep che apre a sonorità blues e rock acustico anni ‘90, un buon punto di partenza per un full length.
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La recensione A musical composition that contains more than a single, but less than a full album di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-04-26 18:45:03
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