Murubutu Tenebra è la Notte ed altri racconti di buio e crepuscoli 2019 - Hip-Hop

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“Tenebra è la notte” si avvicina più a un’opera letteraria che a un disco, infatti, come dopo la lettura di un buon libro, se ne esce arricchiti.

Credo che, nella valutazione di un album di Murubutu, l’approccio letterario sia più coerente di una critica esclusivamente musicale. Intervistandolo, gli ho posto l’esempio de “I quarantanove racconti”, libro in cui Hemingway, di “capitolo” in “capitolo”, dietro il nome di personaggi fittizi e collocati di volta in volta entro ambienti e contesti storici differenti (la Spagna franchista, il Nord America degli indiani, la Parigi dei primi del 900, Cuba, il fronte Veneto nel corso del Grande Conflitto), fondamentalmente, ricostruiva in maniera disordinata i momenti più significativi della sua vita. La parabola di Murubutu è apparentemente ancora meno personale, più criptica, contingenza che lo distingue nettamente dalla gran parte degli storytellers nazionali. E in effetti, il termine ben più desueto e italianizzato di “cantastorie” gli calza sicuramente meglio.

A mio avviso, nella recensione di un’opera del genere, andare a sviscerare la citazione, il riferimento che si cela dietro ogni canzone equivarrebbe a spoilerarvi la trama. Questo è un onore che tocca a voi, perché vorrei fosse chiaro, ogni lavoro di Murubutu necessita di una partecipazione attiva dell’ascoltatore. Partecipazione che non si rivela solo a livello emotivo in base ai propri gusti e alle esperienze pregresse ma diventa vera e propria ricerca, parafrasi, quando si ha la necessità di interpretare un verso oscuro. Come si suol dire, il tempo passato a leggere non è mai tempo sprecato, anche in questo senso “Tenebra è la notte” si avvicina più a un’opera letteraria che a un disco. Come dopo la lettura di un buon libro, se ne esce arricchiti.

A livello tecnico c’è poco da aggiungere, Alessio si rifà a produttori storicamente vicini (Dj T-Rob, Il tenente, Dj West), mantenendo quel sound old school che l’ha sempre distinto ma virando, con un’insistenza lievemente maggiore, verso delle tonalità più melodiche e cantate del solito. Nel disco sono presenti featuring del calibro di Claver Gold, per il giubilo di tutti i fan, nuovi esponenti di questa corrente che potremmo definire “rap colto” come Willie Peyote e Dutch Nazari, Mezzosangue e addirittura Caparezza.

Sin dai tempi de “Gli ammutinati del Bouncin” ho sempre accostato il processo creativo di un’opera del rapper reggiano alle metodologie d’ideazione di un album attuate da Capossela. Provate a passare in rassegna tutti i lavori di Vinicio - dall’epica marinaresca alla canzone regionale, dalla musica greca a quella dei circhi- vi accorgerete come ogni disco affonda le proprie radici in un tema che va poi ad affrontare da diverse prospettive. È un percorso di personificazione con un’atmosfera, un rarefatto metodo Stanislavskij la cui immedesimazione non concerne tanto una persona quanto un mood.

Con la notte, con “Tenebra è la notte”, Murubutu è sicuramente riuscito a toccare il suo apice letterario. Non mi sorprenderebbe, tra una quarantina d’anni, ritrovarmelo sugli scaffali di qualche Feltrinelli. A tutti i grandi scrittori, il tributo viene riservato a posteriori. “Alessio Mariani - I grandi classici dell’Hip-hop”

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La recensione Tenebra è la Notte ed altri racconti di buio e crepuscoli di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-02-12 09:05:00

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