Atmosfere plumbee psichedeliche aprono questo lavoro dei The Blast che nella traccia iniziale potrebbe accostarsi ai primi Nirvana. Volutamente paranoici credo, ma esasperati sono i 7 minuti di “I die for all the things she says”. Poi arriva “As I was blind”, un pezzo hard rock come “Disperso nell’aria”, “Tossina” e “Baciami”, con qualche infuso stoner-pschedelico, che ricorda quel rock italiano tipo Ritmo Tribale. Con “Unghie rotte”, i The Blast cambiano registro, cambiano lingua, suoni e si trasformano in straziante malinconia adagiata da infinite e conturbanti note ripetute da un piano. Decisamente il pezzo migliore.
Bene “Your right”, coltellate di chitarre techno dark-metal, e “Paracetamol” , Placebo dipendente ma deliziosa. “All I need” è romanticismo elettrico da preferire senza ritornello. Decidete che direzione prendere perché tanti ingredienti musicali confondono le idee. Meno schitarrate di opaco hard rock e simili e più momenti dark-psichedelic-rock per tutti. Sweet è un bel pezzo.
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La recensione Everybody wants to change the world...but not themself di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-10-23 00:00:00
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