Rude e stravagante il primo ep degli Orango, “Da per terra sicuro non cado”, presenta una band folle e genuina
Rude e stravagante nel suo presentarsi così, nudo e crudo com’è stato concepito. Si presenta in questo modo il primo ep degli Orango, registrato in presa diretta per ricreare meglio nelle orecchie quel suono straripante e robusto che fa pulsare le orecchie durante certi live dall’incontenibile potenza sonora.
“Da per terra sicuro non cado” è il suo titolo, sarcasticamente lapalissiano perché a volte si tende a negare l’evidenza e invece questo disco, sin dal suo titolo, vuole sbatterla in faccia in totale e schietta libertà, dichiarando senza freni inibitori tutto quello che frulla nella testa di Orango (che “è dappertutto come Dio”, ci avvertono nella loro singolare e succinta biografia).
In realtà la “testa” pensante non è solo quella dell’“entità” Orango (che non vuole manifestarsi in carne ed ossa neanche durante i concerti, facendosi sostituire da una voce registrata) ma anche quella di Carlo Bebellini (batteria) e Diego Comis (chitarre). Tra loro si struttura un racconto a più voci, quello tra la voce vera e propria che non canta ma declama – effettata e distorta – e gli altri strumenti che a volte ne enfatizzano i principi e altre volte si fanno loro stessi portavoce della suggestione che il racconto finale vuole evocare. Il risultato è un “audio-libro” di spoken word su pagine hardcore firmato da un autore cut-up ubriacatosi con un potente sidro post-rock.
I testi sono il nucleo incandescente delle composizioni e rappresentano il punto di forza di questo originale gruppo bolognese che approda con convinzione alla prima breve (ma intensa) prova in studio e fa desiderare al più presto un lavoro più completo per capire se questi primi cinque brani sono stati frutto di un momentaneo delirio o rappresentano un’effettiva follia creativa.
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La recensione Da per terra sicuro non cado di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-05-26 21:40:07
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