Kolymbetra era in Grecia il giardino della Valle dei Templi, un luogo ricco di fascinazione, di conciliazione meditativa; un richiamo alla terra d'origine: la Sicilia, per questo quartetto palermitano che dà vita ad un album calibrato, capace in alcuni momenti di imbastire discrete linee melodiche e ritornelli cantabili. Un minestrone pop-rock i cui brani rimangono però difficilmente riconoscibili: solo qualche "già sentito" qua e là, ma nessun solco caratterizzante. La buona tecnica strumentale non dà abbastanza corpo e sostanza alla componente testuale che risulta solo sufficientemente gradevole. "Paradisi di carta colorata" è un lavoro spesso scarno di interpretazione, che non scarica la giusta potenza. La strada da percorrere è lunga, bisogna investire sul buon amalgamo di gruppo, svecchiare la voce da alcune rimembranze tutte italiane (Daniele Groff) e bandire i luoghi comuni della scrittura di casa nostra.
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La recensione Paradisi di carta colorata di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-01-27 00:00:00
COMMENTI (1)
ciao!
mi sono imbattuto per caso in questa recensione, perchè oggi cercavo qualche notizia riguardante questa Band che ho sentito suonare ai Candelai di palermo giorno 11 Febbraio.
Era la prima volta che li sentivo e spinto da un live grintoso e convincente e da delle canzoni gradevoli ho deciso di acquistare il cd.
Sinceramente sono due giorni che non faccio altro che ascoltarlo e da musicista mi trovo in qualche modo in disaccordo con quella che resta una tua personalissima opinione.
Probabilmente è vero che qualcosa andrebbe ripresa e dovrebbe migliorare, ma perchè è scarno di interpretazione?
e perchè i testi sembrano poco incisivi?
io trovo che alcune tracce siano poesie e non abbiano assolutamente nè banalità nè luoghi comuni.
Per scrivere buona musica non bisogna necessariamente inzuppare un disco di rumori, caciara, dissonanze snervanti e testi che li possono comprendere solo due o tre persone dopo un trip!!
Probabilmente devono ancora lavorare, vero.
Ma ormai il luogo comune di casa nostra è essere alternativo a tutti i costi oppure buttarsi nei tormentoni strani oppure lascivi alla "pop porno" (che magari mi definirai un testo geniale!).
secondo me è un bel lavoro, per essere un primo lavoro. Ben suonato, ben eseguito, con un buon mix di canzoni potenti e melodiche, dolci e struggenti e con testi che spesso parlano di varie questioni in maniera raffinata.
Vedremo nelle prossime uscite. Un saluto.
Marco/Xerian :[