Lasciate ogni speranza o voi ch’entrate nelle Malebolge, che dall’inferno dantesco recuperano le atmosfere oscure e dall’attualità odierna i temi infernali
Lasciate ogni speranza o voi ch’entrate nelle Malebolge. Riff infernali, accordi che stridono e ringhiano, distorsioni abrasive e suoni sporchi e famelici compongono il grunge cupo e tenebroso di questa formazione veneta, che si presenta con un ep di quattro tracce corpose e coese.
I testi della band, coerentemente con il loro moniker, prediligono temi maledetti, incentrati sui turbamenti di personaggi che vivono ai margini della civiltà e si soffermano sui tabù che, pur avendo varcato ormai da quasi vent’anni le porte del terzo millennio, ancora ossessionano la società costringendola ad un bigottismo atavico duro a morire.
Qualche strizzatina d’occhio al punk (soprattutto in “Gaffe”), all’alternative rock, alla new wave e al post-punk (“Love” che si sviluppa su “Love Will Tear Us Apart” dei Joy Division) completano la tessitura dei brani, che si reggono soprattutto sulla suadente ed aggressiva voce di Gioia Podestà ma si perfezionano ulteriormente con i muri di chitarre della stessa Gioia e di Alessandro Residori e si armano di tutto punto con la sezione ritmica formata dall’erculeo basso di Sebastiano Testini e dalla vigorosa batteria di Giuseppe Grigoletti.
Un ep certamente figlio degli anni ’90 ma testimone più che attendibile della longevità del rock che continua ad animare un folto sottobosco di artisti resilienti e determinati.
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La recensione MALEBOLGE EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-05-28 18:45:39
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