Brutale, barbarico e primordiale: Valentini con "Case Vuote" si conferma uno dei migliori costruttori di "inquietudini sonore" in giro
Ve lo ricordate quel remix fighissimo de "Il senso dell'odio" di Salmo che qualche anno fa girava praticamente ovunque? Beh l'autore era proprio Valentini che oggi torna con "Case Vuote" e si conferma come uno dei dei migliori costruttori di "inquietudini sonore" in giro. Per capire questa frase, a metà strada tra Teho Thardo e Fernando Pessoa, basta ascoltare il primo pezzo, "Santeria". Già perché abbiamo qui una specie di sussidiario illustrato di cosa voglia dire costruire un suono personale e coerente, dando al contempo all'ascoltatore tutte le coordinate per orientarsi tra i vari rimandi e citazioni ma, viceversa, lasciando qua e là delle zone d'ombre che riluccicano di fascino. Un disco quindi giocato sulla dicotomia "luce&ombra" o, ancora meglio, celare/svelare, quello di Valentini che nella traccia successiva, "I Woke up Early" pare davvero essere ad un passo dalla qualità dei più importanti producer a livello internazionale. E che ci sia un'eco internazionale in queste tracce non è solo una suggestione ma un vero e proprio di fatto, grazie all'attenzione e impegno che l'artista milanese mette in ogni arrangiamento di "Case Vuote". Rimane quindi l'ennesimo lavoro egregio di Valentini che, forse, solo all'ultimo non convince appieno, specie con "Warm Water" che pare più un esecizio di stile, sempre ottimo, fine a se stesso più che un tassello fondamentale del disco. Rimane il fatto che "Case Vuote", proprio come quel remix di Salmo, è davvero fighissimo.
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La recensione Case Vuote di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-05-31 08:18:00
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